Ovviamente, l’ambizione di dotare le portaerei HMS Queen Elizabeth e HMS Prince of Wales di una catapulta e di linee di arresto per implementare droni da combattimento sta guadagnando slancio all’interno della Royal Navy. Secondo diversi articoli pubblicati sulla stampa specializzata d'Oltremanica, infatti, la Royal Navy sta studiando attivamente la possibilità di utilizzare un drone da combattimento ad ala fissa, denominato programma Vixen, a bordo delle sue portaerei, per effettuare numerose missioni. che vanno dall'allarme aereo tempestivo al rifornimento in volo, compresi gli attacchi aria-terra e aria-superficie e le missioni di intelligence e comunicazione. Meglio ancora, l’obiettivo dichiarato della Royal Navy è quello di disporre di queste capacità entro il 2030, nel tentativo di adattare il proprio sistema di aviazione navale di bordo alle sfide della moderna guerra aerea navale ad alta intensità.
Il programma Vixen, riferimento al famoso caccia imbarcato Sea Vixen progettato da De Havilland nei primi anni '50, è apparso solo di recente sulla scena pubblica britannica, e fa seguito alla richiesta di informazioni e prezzi pubblicata dalla Royal Navy per equipaggiare le sue portaerei con una catapulta e cavi di arresto qualche settimana fa, per affiancare i droni ad ala fissa agli F35B e agli elicotteri Merlin che già operano a bordo delle sue navi. Sembra ora che la Royal Navy miri a concentrare su questo programma tutte le sue esigenze non coperte dalla sua attuale aviazione di bordo, al fine di rendere le sue portaerei delle vere e proprie portaerei di prima linea.
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