Fine dell'esercitazione a sorpresa per 150.000 soldati russi

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L'esercitazione a sorpresa iniziata il 24 giugno e che ha mobilitato quasi 150.000 soldati, 20.000 sistemi d'arma, 500 aerei e 35 navi da combattimento russe, in un perimetro che si estende dalla Siberia occidentale al Volga e al Mar Caspio, si è conclusa il 28 giugno. Per il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate si trattava di verificare lo stato di preparazione e di reattività delle sue forze, in tempi brevi e su una scala finora senza precedenti per questo tipo di esercitazioni improvvisate.

Secondo il comunicato stampa pubblicato dal Ministero delle Forze Armate, tutte le forze coinvolte hanno raggiunto entro i tempi previsti le 50 zone di esercitazione assegnate, per condurre esercitazioni tattiche cooperative tra eserciti per 4 giorni. Dal 2012, e con l'arrivo al Ministero della Difesa di Sergeï Chouigou e del Generale Gerasimov alla testa dello Stato Maggiore russo, questo tipo di esercitazioni e di ispezioni a sorpresa si sono moltiplicate, e hanno sentito parlare, da alcuni battaglioni nel 2013, a diversi corpi d'armata Oggi. Non solo consentono di verificare e mantenere la prontezza operativa delle forze, ma inviano anche un messaggio di potenza a livello internazionale, dato che pochissime nazioni sono in grado di mobilitare tali forze con un preavviso così breve.

Anche la scelta delle unità che partecipano a questo esercizio non è banale. Permette di trasmettere un messaggio senza aumentare le tensioni alle frontiere europee o caucasiche, sapendo benissimo che i 250.000 uomini delle unità schierate lungo queste frontiere hanno anche un'altissima reattività e un alto grado di preparazione operativa. In effetti, la Russia sarebbe in grado di mobilitare, entro pochi giorni, una forza militare di quasi 400.000 uomini, mentre le nazioni europee potrebbero, nella migliore delle ipotesi, schierarne solo 50.000 entro questo lasso di tempo. Un equilibrio di potere che, ovviamente, fa riflettere…

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