Forse un nuovo ordine di Su35 per la Cina

La settimana scorsa, durante la fiera Army2019 tenutasi nei pressi di Mosca, le autorità russe hanno proposto ufficialmente alla Cina di ordinare un nuovo lotto di caccia Su35, per completare la flotta di 24 velivoli già acquisiti nel 2015, e tutti consegnati oggi. L'approccio può sembrare sorprendente, poiché la Cina finora non ha avanzato alcuna richiesta in questa direzione e continua i suoi sforzi per produrre i propri aerei da combattimento. Ma, in effetti, è giustificato.

Mosca, infatti, sa perfettamente che una parte degli aerei venduti a Pechino viene utilizzata per sviluppare nuove tecnologie cinesi. In particolare, il motore Saturn 117S del Su35 è un'importante fonte di informazioni per gli ingegneri cinesi incaricati dello sviluppo del motore a spinta vettoriale WS19, per equipaggiare ad esempio il J16, J20, FC31 e forse la prossima versione del J10 . Per le autorità russe si tratta quindi di chiudere un occhio sul reverse engineering cinese, a condizione di ottenere un nuovo ordine per il Su35. D’altro canto, nonostante i dispositivi cinesi abbiano fatto notevoli progressi tecnologici negli ultimi 20 anni, non hanno ancora raggiunto il livello di prestazioni dei loro omologhi russi. Tuttavia, con l'aumento delle tensioni nel Mar Cinese e attorno a Taiwan, un dispositivo come il Su35, con un eccellente raggio d'azione e perfettamente progettato per resistere ai dispositivi americani, può rivelarsi una risorsa preziosa. Le autorità militari cinesi non si sbagliavano, poiché i Su35 cinesi furono assegnati a questa missione non appena entrati in servizio. Infine, l'incremento della flotta di Su35 consentirebbe di razionalizzare la manutenzione degli aerei, superando la soglia della micro-flotta a cui è oggi soggetta.

Resta il fatto che, per il momento, le autorità cinesi non hanno dato una risposta, né positiva né negativa, alla proposta di Mosca. Da un lato, se l’aeronautica cinese deve ancora sostituire gli oltre 500 J7 e J8 ormai obsoleti, non può farlo sulla base di aerei importati, che sono molto più costosi della produzione locale. D’altro canto, nonostante l’innegabile contributo del Su35 alle capacità operative cinesi, l’ordine precedente era stato presentato come l’ultimo ordine per un aereo da combattimento non cinese, con l’industria cinese che doveva subentrare qualitativamente e quantitativamente. Ma Pechino sa anche che questo ordine sarebbe importante per l'industria della difesa russa, perché permetterebbe di mantenere lo strumento produttivo in attesa dell'avvio della produzione del Su57, proposto anche da Mosca al suo vicino.

È infatti perfettamente possibile che questa offerta venga accettata dalla Cina, permettendole di aumentare più rapidamente la sua potenza aerea e di sostenere il suo alleato. Si tratterebbe, infine, di un affronto alle minacce americane di ritorsioni economiche attraverso la legislazione CAATSA, così da dimostrare di non avere alcuna influenza sulle decisioni del colosso asiatico.

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