Il ministro della Difesa tedesco volta le spalle al Soft Power di Berlino

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Il Ministro della Difesa tedesco, Annegret Kramp-Karrenbauer, durante un discorso alle università della Bundeswehr il 5 novembre a Monaco, ha presentato un piano di capacità molto ambizioso per le forze armate del Paese, che negli ultimi anni hanno incontrato problemi molto significativi a livello operativo. Non è tanto sul piano del bilancio che gli annunci hanno deciso, quanto sull'obiettivo della spesa per la difesa Il 2% del Pil è rinviato al 2031. D'altra parte, il ministro offre a Berlino una visione pragmatica dell'uso delle forze armate in futuro, rompendo radicalmente con la dottrina del Soft-Power attuata dalla Germania ormai da 20 anni.

Quindi, secondo Me Kramp-Karrenbauer, la Germania dovrà, in futuro, utilizzare le sue forze armate per difendere i propri interessi nel mondo, sia nel Pacifico per garantire la libertà di navigazione contro la Cina, sia accanto alle forze francesi nel Sahel. zona per la lotta al terrorismo (esempi forniti dal Ministro nel suo intervento). Per la ministra non si tratta più di limitarsi alle missioni di assistenza e di supervisione alle quali sono generalmente confinate le forze tedesche, in gran parte a causa del Bundestag, il parlamento tedesco, che teme più di ogni altra cosa di dover gestire le perdite nel territorio tedesco. ranghi. A tal fine, il ministro propone la creazione di una struttura sul modello del Consiglio di sicurezza nazionale americano, capace di accelerare notevolmente le decisioni e le procedure relative all'impegno delle forze, senza però privare il Bundestag delle sue prerogative in materia di decisione finale.

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I Tornado tedeschi schierati in Estremo Oriente hanno riscontrato numerosi problemi che ne hanno ostacolato le capacità operative

Si tratta di un'importante evoluzione concettuale riguardo all'uso della forza armata per Berlino, anche se per il momento la proposta di Kramp-Karrenbauer non è stata appoggiata con fermezza dalla Cancelliera Merkel. Ma esempi recenti riguardanti le difficoltà nell’uso della forza armata da parte del governo tedesco depongono a favore di un profondo cambiamento di paradigma. Quindi, quando è stato proposto la creazione di una forza navale europea, indipendente dalla Task Force americana nel Golfo Persico, per proteggere le navi commerciali senza esercitare ulteriore pressione su Teheran, la Marina tedesca semplicemente non aveva navi disponibili per questa missione, a causa dellasignificativa indisponibilità tecnica della flotta. Inoltre, molto spesso, Berlino viene emarginata nelle operazioni militari della coalizione, a causa delle difficoltà legislative e concettuali del Paese nell'uso della potenza militare.

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Per diversi anni, Berlino ha mirato a diventare il perno della costruzione della Difesa europea, a causa della sua predominanza economica e industriale, nonché per la sua posizione geografica privilegiata, la Germania condivide i suoi confini terrestri con non meno di 9 paesi europei. Ma il concetto finora proposto resta profondamente intriso della dottrina del Soft Power adottata da vent’anni dalla diplomazia tedesca, secondo la quale il Paese potrebbe assicurarsi una posizione di attore globale solo sulla base delle relazioni commerciali e degli aiuti agli Stati.

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Degli 360 Leopard 2 nel parco per la Bundeswher, solo il 30% sarebbe effettivamente in grado di combattere.

Tuttavia, l’emergere di governi classificati come autoritari e nazionalisti, sia in Cina, Russia o Turchia, mina l’efficacia di questa strategia e ripristina la priorità all’equilibrio del potere militare nelle relazioni internazionali in aree sensibili. L’incapacità diplomatica tedesca nei confronti della Turchia, anche se ospita la più grande comunità della diaspora turca, è stata probabilmente una rivelazione in parte della classe politica del paese e ha consentito l’emergere di una concezione più “tradizionale” dell’equilibrio di potere tra gli Stati. Resta da vedere, considerata la cronica instabilità, soprattutto sul fronte della difesa, dell’alleanza CDU-SPD che oggi governa il paese, se il piano presentato da Me Kramp-Karrenbauer andrà oltre lo status di buone intenzioni, o se impantanarsi, come spesso accade a Berlino, nei colpi di scena dei calcoli politici interni.

Una cosa è certa: finché la Germania non accetterà di cambiare radicalmente la propria concezione dell'uso della forza armata, in particolare nelle missioni esterne, l'influenza internazionale del paese diminuirà in un mondo che, dal canto suo, si radicalizza rapidamente. Il Giappone di Abe sembra, dal canto suo, essere riuscito a voltare pagina rispetto all'eredità della seconda guerra mondiale e a resistere all'ascesa della potenza cinese.

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