L'aeronautica americana inizia l'approvvigionamento di aerei da attacco leggero AT-6 e A-29

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L'aeronautica americana ha annunciato che avrebbe effettuato l'operazione l'acquisizione di 2-3 aerei da attacco leggero AT-6 Wolverine di Textron e altrettanti A-29 Super Tucano di Embraer, nei prossimi mesi. L'A29 Super Tucano, che sarà acquisito entro la fine del 2019, è destinato alla progettazione da parte dell'Air Force Special Operations Command di un programma di addestramento dell'aeronautica statunitense per l'utilizzo di aerei da attacco leggero da parte dei suoi alleati, con base a Hurlburt Field in Florida. Gli AT-6, che saranno acquisiti nei primi mesi del 2020, andranno alla base di Nellis in Nevada, per sviluppare e testare tattiche e standard operativi per migliorare la cooperazione e l'interoperabilità con le forze aeree alleate. Secondo il capo di stato maggiore dell'aeronautica americana, generale David Goldfein, l'obiettivo è valutare in che modo un aereo da attacco leggero potrebbe essere utile agli alleati e ai partner degli Stati Uniti, e creare così un'offerta globale, accessibile ai paesi con debole economie, efficace e garantendo il ruolo unificante degli Stati Uniti in questo settore.

Due aspetti sono particolarmente notevoli in questo annuncio. Innanzitutto, si verifica alcune settimane dopo l'offensiva dell'esercito americano che aveva chiesto di recuperare gli aerei da attacco leggero per sostenere le sue forze ancora impegnate in Africa e Medio Oriente, e che trarrebbero grandi benefici da un supporto aereo leggero di questo tipo, mentre l'aeronautica americana aveva appena annunciato la fine del programma di attacchi aerei leggeri che stava effettuando dal 2014. Questo annuncio consente quindi all'aeronautica americana di mantenere il controllo di questa componente, garantendo gli aspetti essenziali della definizione di dottrine e standard, nonché l'addestramento delle forze che ne hanno bisogno.

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In secondo luogo, negli annunci fatti non viene mai menzionata l'ipotesi di una flotta di aerei da attacco leggero all'interno dell'aeronautica americana. Tutte le decisioni annunciate riguardano solo l'assistenza ai paesi terzi per rafforzare la loro capacità di schierare tali forze. Ricordiamo che questo tipo di programmi ha dato ottimi risultati, sia in Libano, Afghanistan che in diversi paesi africani, aerei leggeri come l'A29 fornendo il necessario supporto di fuoco alle forze impegnate sul terreno, beneficiando al tempo stesso di un'autonomia su un ampio settore, ed un rapporto prestazioni/prezzo per questo tipo di missione senza dubbio imbattibile.

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Appare evidente che l'aeronautica americana agisce, in questo caso, con l'unico scopo di garantire l'ampiezza delle sue prerogative, e di vietare all'esercito statunitense di recuperare parte degli aerei ad ala fissa destinati al supporto aereo. La sua inerzia aveva già creato una frattura qualche mese fa quando il comando delle operazioni speciali aveva ottenuto l'autorizzazione all'implementazione dei propri dispositivi supporto aereo leggero, su delegazione dell'aeronautica americana. Non si poteva quindi escludere che qualcosa del genere accadesse di nuovo con l’esercito americano, che disponeva di risorse e sostegno politico molto maggiori.

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Resta invece contrario all'implementazione di una flotta, anche limitata, di aerei da attacco leggero, che considera inadatta per la maggior parte dei potenziali conflitti. In effetti, se un A29 o un AT6 possono ancora avere un’indiscutibile utilità in Afghanistan o in Libano, teatri che hanno solo una minaccia antiaerea molto debole, il ritorno delle opposizioni del blocco, in particolare contro la coppia sino-russa, porterà molto probabilmente alla uso sempre più comune di questo tipo di armi, anche nei conflitti di controinsurrezione. Tuttavia, di fronte ai missili antiaerei leggeri MANPADS, come i russi 9K34 Gremlin o 9K38 Grouse, un aereo leggero come l'A29 o l'AT6 può rivelarsi molto vulnerabile. È con questo ragionamento, tutt'altro che assurdo, che l'USAF giustifica il suo rifiuto di investire ulteriormente in una flotta di aerei da attacco leggero, ritenendo che le risorse ad essa assegnate sarebbero più efficaci in altri programmi, come l'F35.

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