Gli sviluppi in corso nella gestione dei programmi di difesa in India non sono sfuggiti all’attenzione del suo principale partner in questo settore, la Russia. Appena firmato il contratto per la fornitura di 18 kit Su-30MKI aggiuntivi, le autorità russe tornarono all'incarico proporre il nuovo caccia Su57 a Nuova Delhi.
Ricordiamo che l'India è, dal 2010, partner del programma T50 PAK-FA che darà vita al Su57, attraverso il programma FGFA volto a definire un dispositivo derivato dalla ricerca russa, ma adattato alle specificità indiane. In particolare, l'FGFA doveva essere biposto e avere un'autonomia maggiore rispetto agli aerei russi. A quel tempo, l'India prevedeva di ordinare 148 e poi 214 caccia pesanti FGFA, assemblati in India, di cui almeno il 25% delle parti sarebbero state prodotte localmente. Ma i ritardi affrontati dal programma, la riduzione delle ambizioni russe in termini di numero di aerei ordinati, associati alla cronica instabilità politica in India, hanno portato il paese a ritirarsi gradualmente dal programma tra il 2017 e il 2018.
È stato nello stesso periodo che, paradossalmente, il programma T50 ha subito un'accelerazione in Russia, consentendo alle autorità del paese di ordinare i primi esemplari di pre-serie da consegnare nel 2020. Nel maggio 2019, il presidente Putin ha annunciato un primo ordine di 76 aerei da consegnare consegnati tra il 2021 e il 2028 alle forze aeree. Tale commessa ha consentito inoltre di definire un prezzo unitario, almeno a livello nazionale, attorno ai 30/35 milioni di euro, quindi molto competitivo sul mercato dei dispositivi di nuova generazione.
In effetti, la Russia è ora in grado di offrire serie garanzie riguardo al programma, sia in termini di prestazioni, tempi di consegna, prezzo o sostenibilità ritenuta compresa da molti media occidentali poco informati. L'interesse della Turchia per il dispositivo destinato a sostituire un'eventuale mancata consegna dei 112 F35 attesi, rafforza questi elementi.
Non sorprende quindi che Mosca stia ora cercando di riaccendere l’argomento a Nuova Delhi, soprattutto perché l’India ha investito quasi 1,5 miliardi di dollari nello sviluppo del programma e la minaccia americana al potenziale utilizzo del CAATSA in seguito all’acquisizione dell’S400, paradossalmente, hanno avvicinato le due capitali. Inoltre, il posizionamento prestazioni/prezzo del Su57, così come la capacità di iniziare rapidamente le consegne, potrebbero indurre le autorità indiane a ordinare, come è avvenuto con il Rafale, una prima flotta limitata volta a definire un quadro operativo e tecnologico, e ad aprire la strada ad un'ulteriore espansione. Poiché l’IAF cerca di aumentare rapidamente le proprie capacità per poter mantenere la linea contro le forze aeree pakistane e cinesi, e considerando l’evoluzione delle procedure di acquisizione in India, questo approccio sarà sicuramente al centro di molte discussioni tra le autorità di entrambi Paesi.