Gli Stati Uniti autorizzano la vendita di 108 carri armati Abrams a Taiwan e fanno arrabbiare Pechino

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Oggi non mancano i punti di tensione geopolitica. Tra le tensioni tra Occidente e Iran in Medio Oriente per la ripresa dell’arricchimento dell’uranio da parte di Teheran, l’imminente consegna degli S400 alla Turchia e gli attriti sempre più intensi tra Pechino e Washington, mai negli ultimi 30 anni la situazione internazionale è stata così instabile.

E la situazione non migliorerà certamente con la decisione americana di autorizzare la vendita di 108 moderni carri armati principali M1A2 T Abrams a Taiwan, accompagnati da 30 veicoli corazzati di supporto, pezzi di ricambio e munizioni, e 254 sistemi antiaerei Stinger. un importo di 2,2 miliardi di dollariR. Questa autorizzazione segue quella sul trasferimento delle tecnologie a supporto lcostruzione di nuovi sottomarini d'attacco powered by AIP di Taipei, nonché l'ammodernamento degli F16 taiwanesi, che aveva già scatenato forti reazioni da parte delle autorità cinesi.

E in effetti Pechino ha reagito prontamente a questo annuncio, attraverso il portavoce del Ministero degli Affari Esteri, il quale, pochi minuti dopo la dichiarazione degli Stati Uniti, ha dichiarato che la Cina era fermamente contraria a questa consegna. ricordiamocelo La linea politica di Pechino ritiene che l’isola indipendente di Taiwan non sia un paese a sé stante, ma una provincia in ribellione contro “la Cina una e indivisibile”.

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Resta da vedere quale seguito verrà dato a queste dichiarazioni, sia da parte cinese che americana. Se Washington approvasse la consegna di questi sistemi d’arma a Taipei, Pechino potrebbe essere tentata di opporsi istituendo un blocco navale e aereo dell’isola, che ora dispone dei mezzi militari per effettuare tale operazione. Questa ipotesi, che appare molto lontana se vista dall’Europa, è molto concreta nella Cina popolare, i cui media statali hanno tutti un tono molto più marziale, e ormai evocano regolarmente l'ipotesi di una guerra successivo, senza però segnalare direttamente i potenziali avversari. Al contrario, se le autorità statunitensi si opponessero a questa consegna, minerebbero notevolmente, sia a livello nazionale che internazionale, la credibilità della superiorità tecnologica e militare americana ampiamente dimostrata dall’attuale mandato.

In questo tema, come in altri, la dinamica attuale non sembra in grado di offrire alcuna alternativa soddisfacente per gli occidentali.

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