Pechino mostra i muscoli contro gli Stati Uniti

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Le autorità cinesi hanno deciso di mettere i soldi dove dicono, in seguito alle dichiarazioni del ministro della Difesa Wei Fenghe, durante gli incontri Shangri-La Defense, di cui abbiamo già parlato. Oltre al tempestivo test del nuovo SLBM[efn_note]Missile balistico lanciato da sottomarino[/efn_note] che ha avuto luogo all'inizio della settimana, il PLA[efn_note]Esercito popolare di liberazione[/efn_note] ha presentato al pubblico, e soprattutto ad alcuni rappresentanti della stampa, una batteria di missili balistici DF21, presentati come armi antinave, o AShBM[efn_note]Missili balistici antinave[/efn_note], e capaci, secondo Pechino, di raggiungere e distruggere una portaerei aerei a una distanza di 1500 km, sufficiente per raggiungere una portaerei della marina americana se dovesse fornire assistenza a Taiwan. Ricordiamo che la Cina dispone anche del missile DF26, dato che ha le stesse capacità del DF21, ma con una gittata di 4500 km. Nonostante le dichiarazioni cinesi, permangono dubbi sulla reale capacità che i suoi missili avrebbero di colpire un bersaglio in movimento, anche grande quanto una portaerei. Ma le recenti dichiarazioni del Ministero della Difesa cinese sembrano fornire risposte credibili in questo ambito.

Presentazione pubblica di 10 missili DF21D Defense News | Alleanze militari | Difesa costiera
Immagine tratta dal documentario dedicato alla presentazione al pubblico dei missili DF21D

L'allestimento della presentazione, con i missili piazzati in fila, non lascia dubbi né sul messaggio che avrebbero dovuto trasmettere, né sulla crescente determinazione di Pechino nel tenere Washington lontana da quella che considera una ribellione interna.

Le tensioni intorno all’isola indipendente di Taiwan hanno continuato ad aumentare negli ultimi mesi, con Pechino che ha cambiato profondamente il suo discorso nei suoi confronti, passando dalle minacce di ritorsioni economiche in caso di sostegno militare a Taipei, alle minacce ormai esplicite di ritorsioni militari. E ormai non c’è dubbio che, nonostante le difficoltà che il PLA incontrerebbe in caso di una possibile operazione militare contro l’isola, Pechino e il suo presidente Xi Jinping sono determinati a riportare Taiwan nell’ovile nazionale nel breve o medio termine. termine.

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Come abbiamo già discusso, questa dimostrazione delle forze cinesi dimostra anche la fiducia che il regime ora ha nella sua potenza militare e nella sua capacità di neutralizzare la potenza militare americana, se necessario. Per far sì che il messaggio arrivasse, il PLA ha pubblicato un articolo proprio su questo punto anche sul sito web statale Global Times.

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