Sappiamo che le esportazioni di armi rappresentano una questione strategica per la Francia. Permettono, infatti, di mantenere un know-how industriale e tecnologico globale sul suolo francese, dove le commesse nazionali non basterebbero, a differenza di Stati Uniti, Russia e Cina.
Inoltre, queste esportazioni permettono di aumentare la sostenibilità dello sforzo di difesa francese, generando entrate fiscali e sociali che più che mitigano gli effetti degli aumenti del bilancio dell’esercito registrati dal 2018.
Sono infatti recenti i successi registrati negli ultimi anni dal cacciatore Rafale, il cannone montato Caesar, o anche il sottomarino Scorpène, rafforzano la sostenibilità di questa capacità industriale francese, più essenziale che mai nel contesto degradato della sicurezza in Europa e nel mondo.
Ma questi successi hanno avuto anche effetti quasi inaspettati. Infatti, secondo l’ultimo panel pubblicato dall’organizzazione svedese SIPRI, la Francia sarebbe al secondo posto nel mondo in termini di esportazioni di difesa nel periodo 2019-2023. Si tratta di un innegabile successo per la Francia, così come un fallimento per la Russia, che ha fatto dell’industria della difesa il pilastro della sua trasformazione economica.
sommario
Un calo storico delle esportazioni di armi russe negli ultimi 5 anni
Nonostante il crollo del blocco sovietico, la Russia è riuscita, dal 1995, a mantenere il secondo posto nel mondo per le esportazioni di attrezzature militari. Per Mosca, queste esportazioni costituivano sia una notevole fonte di valuta estera che un'importante attività industriale, che impiegava più di un milione di dipendenti nel paese, l'attività più importante del paese, a parte l'estrazione e la lavorazione degli idrocarburi.
Tuttavia, negli ultimi 5 anni, queste esportazioni russe sono diminuite drasticamente, passando dal 21% del totale delle esportazioni di armi nel mondo nel periodo 2014-2018, a solo l’11% nel periodo 2019-2023. Lo riferisce l'organizzazione Sipri.
Diversi fattori hanno peggiorato le esportazioni russe. Innanzitutto, a partire dal febbraio 2022, con l’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, Mosca ha concentrato quasi tutte le sue capacità industriali a sostegno dei suoi eserciti, riducendo le sue esportazioni al minimo indispensabile.
Inoltre, dal 2019, le esportazioni russe sono state pesantemente ostacolate dalla minaccia della legislazione americana CAATSA, che minaccia severe sanzioni contro i clienti dell’industria della difesa russa, per quanto riguarda alcune importanti attrezzature. Infine, l’attrattiva dell’equipaggiamento russo ha risentito negli ultimi anni del confronto, in termini di prestazioni, con le armi occidentali, sebbene molto più costose.
Un secondo posto consolidato per la Francia, di fronte ad un'industria della difesa russa svantaggiata sulla scena internazionale
Allo stesso tempo, la Francia visse un periodo prospero per quanto riguarda l'esportazione delle sue armi, spinta dagli ottimi risultati dei caccia Rafale, il cannone Caesar e il sottomarino Scorpene, sulla scena internazionale.
Soprattutto, tutto indica che la dinamica francese non ha ancora raggiunto il suo apice. Nei prossimi anni, infatti, le consegne di questi sistemi, ma anche di altri successi come nel campo della guerra navale contro le mine, in quello dei veicoli corazzati su ruote, dei missili o addirittura degli elicotteri, dovrebbero aumentare ulteriormente, sulla base degli ordini firmati nel corso degli anni ultimi tre anni.
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