In pochi mesi la stampa internazionale cinese, largamente controllata dal governo centrale del Paese, ha cambiato profondamente il suo discorso sulle tensioni intorno all'isola di Taiwan, ma anche nel Mar Cinese contro la Marina americana, e di fronte alla Marina indiana. Se all'inizio dell'anno il tono era più quello di denunciare le "provocazioni" americane nella regione, che potrebbero creare tensioni esagerate, ora si segnala, in modo preciso e quasi banale, un intervento militare contro l'isola indipendente, come probabile scoppio di un conflitto tra Pechino e Washington o Nuova Delhi.
Avevamo già affrontato l'argomento qualche settimana fa, in occasione dell'arrivo mediatico del primo Rafale in India, quando la stampa cinese si è affrettata a fare un confronto tra l'aereo francese e il suo J-20, su criteri peraltro altamente discutibili. È quindi emerso che Pechino stava preparando l'opinione pubblica per un possibile confronto tra i due giganti asiatici in Ladakh, e stava usando tutte le "corde" della propaganda di stato quali sono i suoi. Oggi lo schema è esattamente lo stesso per un possibile intervento militare per riprendere il controllo militare dell'isola di Taiwan, e per affrontare un intervento della Marina degli Stati Uniti per venire in aiuto del suo alleato.

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