Per sfuggire alle sanzioni, la Corea del Nord ruba la criptovaluta

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La Corea del Nord sembra meritare il titolo di “Start-up Nation” tanto quanto la Francia. Il rapporto annuale del Comitato per le sanzioni alla Corea del Nord del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite denunciava l'uso di attacchi informatici e blockchain per aggirare le sanzioni internazionali.        
Si dice che il cyber-esercito nordcoreano abbia accumulato 670 milioni di dollari attraverso i suoi attacchi informatici, di cui 571 prendendo di mira le piattaforme di scambio di criptovalute tra il 2015 e il 2018. La blockchain gli ha permesso di agire nell'ombra e facilitare il riciclaggio di denaro di queste ricette. Quanto agli obiettivi, nessuno è stato risparmiato. Ovviamente sono interessati i siti sudcoreani, come il sito di e-commerce Interpark, ma anche banche indiane e cilene e istituzioni finanziarie nordamericane ed europee.

La Corea del Nord è riconosciuta a livello mondiale per le sue capacità informatiche. Il gruppo di hacker nordcoreano Lazarus è accusato dagli Stati Uniti di essere dietro il ransomware Wannacry che ha danneggiato 300 computer in più di 000 paesi nel 150, considerato ancora oggi il più grande attacco informatico ransomware della storia. Si ritiene che Lazarus sia anche dietro l'hacking di oltre 2017 milioni di dollari in criptovalute da parte della piattaforma di scambio giapponese Coincheck nel gennaio 530. La strategia nordcoreana dimostra che, quando si tratta di politica informatica offensiva, non esiste un'unica soluzione valida per tutti. tutta strategia. A livello internazionale, la Francia reagisce, la Russia divide, la Cina brilla e la Corea del Nord ruba. Questa osservazione è estremamente semplicistica, tuttavia sottolinea l’importanza di comprendere e pensare all’utilizzo degli strumenti informatici come espressione di una strategia più ampia.

Pertanto, le criptovalute e più in generale la blockchain (tecnologia di archiviazione e trasmissione di informazioni crittografate e decentralizzate) stanno emergendo come alternativa per gli Stati sotto il giogo delle sanzioni internazionali. Quattro banche iraniane stanno sviluppando una criptovaluta basata sull'oro, PayMon (PMN).

Per Iran e Corea del Nord “l’audacia compensa la debolezza dei mezzi”. Il Cyber ​​​​sta per diventare l'arma definitiva dal debole al forte?

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