Durante la sua ultima udienza come Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate presso la Commissione Difesa e Sicurezza dell'Assemblea Nazionale, il Generale Lecointre, interrogato da un deputato su ciรฒ di cui avrebbero bisogno gli eserciti per ritrovare una posizione difensiva paragonabile a quella degli anni '60 e '70, ha risposto non senza malizia โil 4% del Pil, come alloraโ. Al di lร dell'umorismo di un soldato eccezionale e di una carriera piรน che esemplare, il generale Lecointre ha posto chiaramente ai deputati il โโproblema che sta alla base dell'efficienza e delle prestazioni dei nostri eserciti oggi, vale a dire i โnervi della guerraโ, il bilancio di cui dispongono. Afflitti da 15 anni di scarsitร di bilancio, nonostante la pressione operativa rimanesse significativa, gli eserciti francesi erano effettivamente sullโorlo del collasso nel 2017, e la piena esecuzione della Legge sulla Programmazione Militare, che ha portato oggi il bilancio delle Forze Armate al 2% del PIL, soprattutto hanno permesso di fermare lโemorragia di capacitร e di dare un poโ di tregua ai militari.
Tuttavia, i rapidi sviluppi della situazione della sicurezza internazionale, lโaccelerazione del ritmo tecnologico e le trasformazioni della mappa geostrategica, impongono ormai di considerare uno sforzo di difesa ben oltre il 2% del PIL richiesto dalla NATO, soprattutto per un paese come la Francia. . In questo articolo studieremo lโipotesi di uno sforzo di difesa pari al 3% del PIL, ovvero 75 miliardi di euro allโanno entro il 2025, per determinarne la rilevanza, la sufficienza e le conseguenze di bilancio ed economiche, sia sul bilancio dello Stato giร pesantemente svantaggiato dallโaumento del debito pubblico con la crisi COVID, nonchรฉ nel contesto economico e sociale della nazione. E come vedremo, a volte basta ampliare le prospettive e le ambizioni per vedere soluzioni finora considerate fuori portata per il Paese.
1- Perchรฉ il 3% del PIL รจ necessario e sufficiente?
La prima domanda che merita una risposta รจ determinare a quale livello si dovrebbe collocare lo sforzo di difesa del Paese per soddisfare questi 3 criteri, vale a dire essere contemporaneamente sufficiente a contrastare le minacce presenti e future; necessario per garantire la sicurezza dei francesi, del territorio e la tutela degli interessi del Paese; e sostenibile dalle finanze pubbliche in uno sforzo a lungo termine. In questo senso, prendere come parametro di riferimento il PIL รจ rilevante, poichรฉ dร il valore della ricchezza prodotta ogni anno dal Paese, e quindi รจ condizionato da numerosi parametri, come la salute economica del Paese, ma anche lโinflazione, che direttamente influenzare lo sforzo di difesa stesso. Se accettiamo che il parametro di riferimento del PIL sia rilevante, quale dovrebbe essere il suo valore ottimale? Oggi, lโobiettivo di uno sforzo di difesa pari al 2% del PIL รจ coerente con la struttura degli eserciti decretata dal Libro bianco sulla difesa del 2013 e dalla Revisione strategica del 2017, nonchรฉ con la strategia complessiva della Francia, vale a dire basare la sicurezza della il paese con la forza di deterrenza e preservare i propri interessi con un corpo di spedizione progettabile. Purtroppo questo formato non รจ piรน in linea con la minaccia presente e futura, poichรฉ, come tutti gli osservatori del mondo della difesa avranno notato, negli ultimi anni รจ emersa una nuova esigenza, quella di dover far fronte ad impegni cosiddetti โad alta intensitร โ โ, per il quale gli eserciti francesi non sono pronti.
Inoltre, e come abbiamo piรน volte affrontato nei nostri articoli, lโintensificarsi delle tensioni internazionali, ma anche il ritorno sulla scena di grandi attori geopolitici come la Russia o la Cina, ha cambiato profondamente il ritmo della difesa tecnologica che รจ stata un riferimento negli ultimi 30 anni. anni dalla fine della Guerra Fredda. Pertanto, รจ necessario non solo aumentare le dimensioni degli eserciti per tenere conto di questi impegni ad alta intensitร , ma anche aumentare gli sforzi di ricerca e sviluppo, nonchรฉ il ritmo e il volume delle acquisizioni, per poter reggere il confronto con questi impegni. poteri militari. Ciรฒ che vale per lโalta intensitร vale anche per la deterrenza nucleare nazionale, che negli ultimi 30 anni, sebbene preservata politicamente, ha visto il suo formato ridursi man mano che il rischio di conflitti nucleari รจ diminuito, ma non ha seguito lโesempio inverso quando la minaccia รจ ricomparsa. In questo contesto, il 3%, pari a 75 miliardi di euro nel 2025, consentirebbe di rafforzare gli eserciti del 25% in termini di personale, di accelerare e aumentare i programmi di difesa industriale e di rafforzare la deterrenza a livelli coerenti con la realtร della minaccia presente e futura. . Al di sotto รจ troppo poco. Sopra, non รจ necessario, almeno per il momento
Un altro criterio da tenere in considerazione, questa volta a livello europeo, รจ che i bilanci della difesa di Francia e Germania sono sempre stati vicini in valore assoluto dopo il riarmo della Germania federale, per cui nessuno dei due ex rivali puรฒ ottenere un ascendente militare sullโaltro. . Tuttavia, Berlino รจ tenuta, come tutti i membri della NATO, ad aumentare il suo bilancio per la Difesa al 2% del suo PIL, ovvero piรน o meno del 40% in piรน rispetto a quello della Francia (3.800 miliardi di dollari contro 2.700 miliardi di dollari). Da quel momento in poi, con uno sforzo di difesa al 3%, Parigi manterrebbe lโequilibrio essenziale per la sicurezza e la buona intesa europea rispetto a una Germania al 2%, spingendo addirittura questโultima a compiere maggiori sforzi in questo ambito. Infine, e lo vedremo piรน avanti in questo articolo, il 3% del PIL rappresenta il limite superiore oltre il quale lโefficacia del modello economico proposto (che sarร dettagliato di seguito) rimane ottimale, consentendo di garantire la sostenibilitร dello sforzo.
2- Come finanziare un simile sforzo?
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