In un articolo pubblicato sul quotidiano “Izvestia”, le autorità russe hanno confermato lo sviluppo di una versione “mini” del missile ipersonico antinave, destinato ad equipaggiare le piccole navi di cui dispone un gran numero la marina russa.
Tradizionalmente, la Marina russa gestisce una grande flotta di navi da combattimento di basso tonnellaggio, molto ben equipaggiate e armate, ma inadatte al mare aperto, come nel caso delle corvette classe Buyan, Tarantuela e Karakurt, alcune delle quali trasportano missili da crociera Kalibr. , mentre queste navi non superano le 1200 tonnellate.
Lo sviluppo di una versione adattata a queste navi leggere del missile ipersonico Zirkon rafforzerebbe significativamente le capacità antinave della “flotta zanzare” russa. Gli Zirkon, infatti, capaci di raggiungere mach-7, non possono essere intercettati dai sistemi attualmente in funzione nelle marine occidentali. Anche il nuovissimo sistema di difesa britannico CAAM, che equipaggerà le fregate Type 26, è in grado di intercettare solo missili che viaggiano a meno di mach 3.
L’unica protezione per le navi occidentali risiederebbe quindi nelle loro capacità di disturbo e di esca, ma possono rispondere efficacemente a un missile che viaggia a più di 2 km/s?
Tuttavia, l'efficacia dei sistemi di guida del missile su un bersaglio in movimento non è stata dimostrata. Infatti, oltre Mach 5, un proiettile crea attorno a sé un plasma che ha la particolarità di essere impermeabile alle onde radar, almeno ad alcune di esse, e l'attrito sulle parti frontali genera un calore molto elevato, importante, costringendo questi missili all'uso materiali opachi alle onde elettromagnetiche. La questione è quindi se gli ingegneri russi siano effettivamente riusciti o meno a risolvere questo problema, essenziale per guidare il missile verso il suo obiettivo.
Per il momento non esiste una risposta definitiva a questa domanda cruciale, che determina la reale efficacia di missili come il russo Zirkon o il cinese DF21.