Confrontare i bilanci della difesa dei paesi è un grave errore! Ecco perché…

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Quando si parla di difesa, due frasi ricorrono sistematicamente nei dibattiti. La prima è ovviamente la frase latina della fine del IV secolo “Si vis Pacem, Para Bellum”, ispirata a Vegezio, il quale dice che per garantire la pace bisogna essere pronti alla guerra.

Il secondo è un proverbio francese, citato da Raymond Aron nel 1962 in Pace e guerra tra le nazioni, “Il denaro è il nerbo della guerra”, secondo il quale l’efficacia degli eserciti in combattimento dipende dalle somme investite.

Considerate insieme, queste due frasi suggeriscono che le capacità di investimento concesse dagli Stati, in particolare in vista delle guerre, condizionano l’equilibrio di potere, quindi l’efficacia delle posizioni di deterrenza e, con esse, il mantenimento della pace.

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C’è quindi la tentazione di confrontare i bilanci della difesa tra paesi, o anche tra alleanze, per garantire la natura dissuasiva degli strumenti di difesa e, per estensione, per avere un’idea dell’equilibrio di potere militare.

Molti si sono affrettati a trarre le conclusioni dalla pubblicazione del nuovo rapporto annuale del SIPRI, studiando con precisione gli investimenti nella difesa di tutte le nazioni, nonché i loro rispettivi sviluppi. Tuttavia, gli investimenti nella difesa sono un indicatore efficace in quest’area, per confrontare le capacità militari tra i paesi e quindi dedurre un equilibrio di potere presente e futuro? È tutt'altro che ovvio...

Viene pubblicato il rapporto annuale del SIPRI, con, come sempre, la sua schiera di commenti

« Con un budget per la difesa di 109 miliardi di dollari nel 2023, la Russia supera di poco il budget dell’Ucraina di 100 milioni di dollari, inclusi 35 miliardi di dollari in aiuti militari americani ed europei, e senza paragone con i 1 miliardi di dollari del bilancio della NATO. La Russia quindi non rappresenta una minaccia per l’Occidente.« 

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Bilanci della difesa russa
I bilanci della difesa russo e ucraino sono molto simili, ma rappresentano realtà radicalmente diverse.

Questa analisi, a prima vista ragionevole, è ricomparsa negli ultimi giorni, sui social network, ma anche nelle parole di giornalisti e di alcuni esponenti politici, in Francia e in tutta Europa, in seguito alla pubblicazione del dultimo rapporto SIPRI, pochi giorni fa. Lo stesso vale per la minaccia cinese, anche se con 290 miliardi di dollari Pechino investe tre volte meno degli Stati Uniti in questo settore.

Ogni anno, infatti, molte di queste analisi vengono pubblicate poco dopo che lo Stockholm International Peace Research Institute, o SIPRI, pubblica il suo rapporto annuale sulla spesa militare globale.

In effetti, che sia per scopi politici, mediatici o commerciali, la tentazione di utilizzare questi elementi è grande, soprattutto quando sembrano andare verso la manifestazione desiderata, adornandosi di un apparente manto di coerenza. Tuttavia sono altamente discutibili, per non dire fallaci.

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Confrontare i bilanci della difesa non è efficace quando si tratta di dedurre un equilibrio di potere

È vero che il modo in cui il SIPRI presenta il suo rapporto, peraltro riassumendo la presentazione dei bilanci della difesa degli Stati, con una conversione complessiva in dollari americani, favorisce facilmente questo tipo di confronto, benché sia ​​particolarmente inefficace, e addirittura spesso del tutto impreciso. Questo tipo di confronto presuppone, infatti, che gli investimenti nella difesa rappresentino un indicatore rigoroso dell’equilibrio di potere militare tra gli Stati.

Cacciatorpediniere tipo 052 DL
La Cina non comunica i prezzi ai quali acquista attrezzature di difesa per i suoi eserciti; Tuttavia, sul mercato d’esportazione, le navi cinesi offerte costano spesso dal 30 al 50% in meno rispetto alle loro controparti occidentali.

LOGO meta difesa 70 Equilibrio di potere militare | Analisi della difesa | Bilanci delle Forze Armate e sforzi di difesa

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1 COMMENTO

  1. L'incapacità dell'Occidente di gestire e monitorare l'esportazione dei suoi componenti verso la Russia, direttamente o indirettamente, facilita la situazione dell'industria degli armamenti russa. Inoltre permangono ancora oggi i vantaggi delle armi occidentali rispetto alle loro equivalenti russe, il Caesar ad esempio è temuto dai soldati russi per la sua precisione, laddove la strategia russa va verso la saturazione senza precisione, il Patriot è anche superiore all'S300...

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