“L’industria militare cinese ora produce più equipaggiamenti di difesa dell’industria degli Stati Uniti, dei suoi alleati nel Pacifico e dei suoi alleati europei messi insieme”. È in questi termini che la nuova strategia industriale di difesa nazionale americana, attualmente in fase di definizione da parte del Pentagono, pone il problema dello sfavorevole equilibrio di potere industriale e di capacità che si applicherà alle forze americane nel Pacifico di fronte alla Cina.
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Parlando un'ultima volta ai deputati del Comitato di Difesa, l'ammiraglio Pierre Vandier, capo di stato maggiore della Marina francese, ha dichiarato nell'agosto 2022 che entro 10 anni, la Marina cinese sarebbe numericamente 2,5 volte superiore alla Marina statunitense, mentre lei riceveva, secondo lui, l'equivalente della Marina francese ogni 4 anni nelle nuove navi.
Secondo il generale francese, di fronte a questa idra in divenire, sarebbe possibile affrontarla solo riunendo tutte le forze navali e aeree occidentali, nella speranza di contenere questa minaccia. Questa dichiarazione, anche se volutamente fatta per impressionare un capo di gabinetto a un passo dal pensionamento, potrebbe essere di per sé troppo ottimistica.
Infatti, secondo un rapporto del Pentagono in preparazione, compreso estratti sarebbero stati ottenuti dai giornalisti di Politico, potrebbe benissimo darsi che la produzione cinese di equipaggiamenti militari superi quella degli Stati Uniti, ma anche quella di tutti i suoi principali alleati nel teatro del Pacifico (Australia, Corea del Sud, Giappone, Nuova Zelanda, Filippine e Taiwan) ed europea, in gran parte delle principali aree di azione militare.
L’industria militare cinese produce più di quella degli Stati Uniti e dei suoi alleati messi insieme
Nell'ambito dell'elaborazione della prima strategia industriale nazionale, guidata dal capo delle acquisizioni del Pentagono, William LaPlante, i servizi del Pentagono hanno infatti delineato un quadro molto allarmante riguardo alla produzione comparativa di attrezzature per la difesa da parte dell'industria americana, e l’industria militare cinese.
Non sorprende che il rapporto annunci che i tassi di produzione industriale cinese sono significativamente più alti di quelli sostenuti dall’industria americana, anche se riconosce che le attrezzature americane sono superiori a quelle in servizio negli eserciti cinesi.
Il rapporto stima soprattutto che la produzione cumulativa dell’industria della difesa degli Stati Uniti, dei suoi alleati nel teatro del Pacifico e degli alleati europei della NATO sarebbe anch’essa numericamente inferiore a quella dell’industria della difesa. valutazione quantificata dello squilibrio in questione.
Questa affermazione evidenzia significative difficoltà future per il blocco occidentale. In primo luogo, aggiungere la produzione europea a questo calcolo serve più a rafforzare l’efficacia della dimostrazione che a riflettere un reale equilibrio di potere.
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