Dopo una fine dell'anno tesa, in particolare a causa dell'attuazione di sanzioni imposte dal Congresso degli Stati Uniti, le autorità turche avevano scelto di assumere un profilo più conciliante sulla scena internazionale, almeno in apparenza, per attirare le buone grazie del nuovo presidente americano Joe Biden, e per revocare le sanzioni americane ed europee che ostacolano gravemente il buon andamento gestione dei programmi di difesa del paese. Se alcuni hanno effettivamente cambiato postura, come l'Europa che, sotto la pressione di Berlino, ha sospeso l'attuazione delle sanzioni simboliche decise a fine dicembre per non "rompere la dinamica positiva osservata ad Ankara", non è stata la caso con l'amministrazione Biden, che ha seguito da quando è arrivato alla Casa Bianca uuna politica di equilibrio di potere con Ankara basata sulla strategia della sedia vuota. Per gli Stati Uniti, Ankara deve iniziare dimostrando le sue reali intenzioni e riparando il "danno" che ha commesso negli ultimi mesi, prima di poter sperare in un cambio di posizione da Washington.
Indipendentemente da ciò, il tentativo di Ankara di normalizzare le sue relazioni con gli Stati Uniti è evidentemente giunto al termine ora. In effetti, l'ipotesi di un maggiore riavvicinamento con Mosca è recentemente riemersa nel discorso ufficiale turco, con l'acquisizione di nuove batterie del sistema S-400, così come l'acquisizione di caccia russi Su-35 e Su-57 per sostituire gli esausti F4 e F16 della sua forza aerea. Pertanto, secondo il ministro dell'Industria turco, Mustafa Varank, le trattative per l'acquisizione di una seconda batteria S-400 sono a buon punto, e sono iniziate anche le discussioni per una produzione locale del sistema antiaereo di punta delle esportazioni russe. Allo stesso tempo, le autorità russe hanno ricordato, attraverso una dichiarazione della portavoce per la cooperazione militare industriale Valeria Reshetnikova, che Mosca è rimasta pronta a offrire i suoi combattenti Sukhoi alle autorità turche. Per Ankara la proposta russa, che riguarda i caccia Su-35 nel breve termine, e i caccia Su-5 di quinta generazione nel medio termine, rappresenta l'opportunità non solo di sostituire i 57 F100 che dovevano essere acquistati dagli Stati Uniti , ma per rispondere all'acquisizione di Rafale attraverso Atene.
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