Roma ha appena annunciato l'ordine per 25 ulteriori F-35A e F-35B, destinati alle forze aeree italiane, per portare la dimensione degli aerei ordinati a 115 velivoli, la più grande flotta di F-35 in Europa.
Questi ripetuti annunci mostrano un'apparente volontà, da parte delle autorità del Paese, di fare dell'esercito italiano il perno meridionale e mediterraneo della NATO e, per molti aspetti, l'aeronautica più potente d'Europa. Lo stesso sforzo si osserva per la Marina e le forze di terra italiane, che hanno recentemente annunciato numerosi ambiziosi programmi di equipaggiamento.
Tuttavia, uno studio più approfondito dei parametri degli eserciti italiani e dello sforzo di difesa del Paese potrebbe mostrare una realtà significativamente diversa.
sommario
25 F-35 italiani aggiuntivi per 7 miliardi di euro per l'Aeronautica Militare italiana
In occasione della pubblicazione del documento di programmazione pluriennale, o DPM, da parte delle autorità italiane, è emerso che Roma intendeva ordina 25 nuovi F-35, per un importo di 7 miliardi di euro. 15 di questi velivoli saranno F-35A, che si aggiungeranno ai 60 esemplari già ordinati per l'Aeronautica Militare italiana.
Gli altri 10 saranno F-35B con decollo e atterraggio verticale o corto. Essi si aggiungeranno ai 15 F-35A già ordinati, e in parte consegnati, alle forze aeree navali italiane, per armare le portaerei Trieste e Cavour, mentre altri 15 F-35B sono stati ordinati per le forze aeree italiane.
Il contratto avrà un costo stimato dalle autorità italiane in 7 miliardi di euro, compresi cellule, motori, nonché un certo numero di parti e munizioni. Il velivolo sarà assemblato presso lo stabilimento di Cameri in Piemonte. Nel dicembre 2023, Roma ha dichiarato che la sua partecipazione al programma F-35 aveva generato un’iniezione complessiva di 6,3 miliardi di euro nell’economia italiana, di cui 1,6 miliardi di euro solo per il sito di Cameri.
Una forza aerea di 115 F-35 e 96 Eurofighter Typhoon entro il 2032
Questo nuovo ordine porterà la flotta italiana di F-35 a 115 velivoli, con un obiettivo di formato finale di 131 unità, dopo essere stata, per un certo periodo, significativamente ridotta da Roma. L'F-35A sostituirà i Tornado ancora in servizio, mentre l'F-35B sostituirà l'AV-8B+.
Allo stesso tempo, le autorità italiane hanno confermato l'ordine per 24 Eurofighter Typhoon Sezione IV. Questi dispositivi sostituiranno i 26 Typhoon Tranche I ordinata al momento dell'entrata in servizio dell'aeromobile, il cui ammodernamento è considerato troppo costoso in vista dell'acquisizione di nuovi aeromobili. Germania e Spagna hanno recentemente preso decisioni identiche per sostituire i propri paesi Typhoon Tranche I.
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Resta una domanda: l'f35 è una scelta saggia? Tenendo conto del suo tasso di utilizzo, dei costi di implementazione e dei suoi limiti attuali, legati a problemi informatici la cui risoluzione è sempre incerta in progetti di questa portata (te lo dice un informatico dal 1967) è una scommessa sul futuro. Inoltre, il desiderio degli Stati Uniti di favorire in futuro il cosiddetto F35 può farci dubitare. Confrontare le forze francesi e italiane contando gli aerei non mi convince più di tanto.
Gli F-35 europei sono costruiti e mantenuti in Italia. Si tratta quindi di una scelta saggia per l’occupazione e l’industria italiana.
Assolutamente. Va però tenuto presente che lo stabilimento di assemblaggio vicino a Mila, e la sua rete di subfornitura, che non copre tutta l’Europa ma solo il Sud Europa, ha generato finora solo 5 miliardi di euro di fatturato, mentre l’Italia spenderà più di 25 miliardi di euro: niente per acquisire la sua flotta di F-35. Non credere che gli F-35 siano prodotti in Italia, sono solo assemblati.
L’Italia ha una diplomazia abbastanza limitata. Una forza armata deve essere al servizio di una potente diplomazia.