Venerdì 13 dicembre 2024

Come finanziare i programmi di difesa industriale in Francia, al di fuori della LPM 2024-2030?

Sono sempre più numerose le voci che si levano oggi in Francia per denunciare le inadeguatezze dei programmi di difesa industriale, oggetto di difficili arbitrati per rispettare la dotazione di 413 miliardi di euro della recentissima Legge di Programmazione Militare 2024-2030, ottenuta attraverso dure lotte da parte del ministro delle Forze Armate, Sébastien Lecornu, del Ministero delle Finanze.

Pertanto, se il LPM 2024-2030 rientra in un bilancio in rapida crescita, sembra che le tensioni internazionali, il ritmo tecnologico e perfino i rischi di conflitto siano aumentati molto più rapidamente negli ultimi anni, in un contesto di vincoli sulle misure di bilancio essenziali , mentre il debito sovrano francese ha superato il 110% del PIL e i deficit pubblici non sono riusciti a scendere sotto il 3%.

In effetti, l’LPM e la sua dotazione di bilancio sembrano oggi essere il limite massimo di ciò che gli eserciti francesi e l’industria della difesa nazionale possono sperare di ottenere negli anni a venire.

Ma cosa accadrebbe se esistesse un modello alternativo, complementare alla LPM, capace di finanziare questi programmi industriali di difesa che oggi mancano, e di sostenere l’industria della difesa arricchendo il suo catalogo, senza intaccare la LPM e senza destabilizzare? i conti pubblici? Impossibile? Eppure questo è ciò che offrono le Capsule di sviluppo del programma di difesa, o CDPD!

La rapida e radicale trasformazione del contesto geopolitico e tecnologico militare globale, che ha sorpreso gli eserciti occidentali

Se gli equilibri strategici, geopolitici e tecnologici, ereditati dalla fine della Guerra Fredda, persistono da quasi trent’anni, negli ultimi anni sono stati profondamente messi in discussione, dall’emergere di nuove grandi potenze militari come la Cina, l’arrivo di nuove tecnologie di difesa strutturanti come i droni e il ritorno a una logica di confronto per blocchi, come al culmine della Guerra Fredda.

J-35 della Marina cinese
La tecnologia militare cinese si sta evolvendo molto rapidamente, scontrandosi con, e talvolta superando, le tecnologie occidentali più avanzate.

Così facendo, laddove Russia, Cina e Corea del Nord hanno sviluppato rapidamente i loro eserciti e le loro tecnologie di difesa, l’Occidente, a lungo impantanato nella dottrina dei benefici della Pace, e nei conflitti periferici asimmetrici, in Iraq e in Afghanistan, hanno permesso loro indebolire gli eserciti e il loro progresso tecnologico, aprendo la porta a sfide all’egemonia occidentale, che potrebbero portare a grandi conflitti.

In effetti, la maggior parte degli eserciti occidentali si è trovata, con la notevole eccezione della Corea del Sud e di Israele, in una situazione di conflitto ininterrotto dagli anni ’50, e ha cercato, per diversi anni, di recuperare il ritardo accumulato ricostruire uno strumento di difesa sufficiente a contenere tutte le minacce.

Per molti paesi, soprattutto in Europa, questa ricostruzione si sta rivelando difficile, a causa dei vincoli di bilancio, politici e sociali, nonché del peso dei debiti sovrani e dei deficit pubblici accumulati negli ultimi decenni, che rendono impossibile l’emissione di debito finanziare questa trasformazione necessaria, in tempi particolarmente brevi.

Un LPM ambizioso 2024-2030, ma insufficiente per rispondere ai cambiamenti nelle minacce e nelle tecnologie di difesa

In Francia, questa ricostruzione è iniziata, timidamente, a partire dal 2017, con un percorso stabilito dal presidente Macron, inteso a fornire agli eserciti francesi i mezzi necessari per iniziare la sua ricostruzione, attraverso la LPM 2019-2025.

Programmi industriali di difesa Dassault Rafale Merignac
L’LPM 2024-2030 rispetta il formato degli eserciti definito dal Libro Bianco del 2013, in un contesto geopolitico senza paragoni con quello odierno.

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3 Commenti

  1. Sembrerebbe che tra alcuni produttori sia già stata presa la decisione di avviare lo sviluppo tecnologico di nuove armi complesse senza aspettare lo Stato, o addirittura nonostante lo Stato. Penso che lo Stato sia riconosciuto nel suo ruolo di principale acquirente di armi, in quello di rappresentante commerciale, ma che i produttori sappiano benissimo cosa è bene per loro. Soprattutto quelli che costruiscono aerei.

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