Il nuovo cacciatorpediniere americano del programma DDG(x) vedrà la luce? Il minimo che possiamo dire oggi è che la componente combattente di superficie della Marina americana sta attraversando una zona di tempesta. Pochi giorni fa, il suo programma di punta del momento, il programma delle fregate della classe Constellation FFG(x), era in fase di un diluvio di critiche da parte del GAO, l'organismo statunitense di controllo dei conti pubblici, per la gestione pericolosa.
Anche i tre grandi programmi precedenti hanno avuto un destino disastroso. Prima c'era il programma CG(x), che doveva sostituire gli incrociatori della classe Ticonderoga, abbandonati dopo 5 anni nel 2011, prima che fosse costruita la prima nave.
Poi il programma dei cacciatorpediniere pesanti classe Zumwalt, ridotto a sole 3 unità consegnate tra il 2016 e il 2024, rispetto alle 32 previste, dopo notevoli difficoltà tecnologiche e un'esplosione dei costi. Infine il disastroso programma LCS, prodotto in 38 esemplari in due versioni, di cui la Marina americana continua a scartare, inadatte come sono le sue pseudo-corvette, alle esigenze della moderna guerra navale.
In effetti, sin dalla progettazione iniziale dei cacciatorpediniere classe Arleigh Burke negli anni '80, nessuno dei programmi americani di incrociatori, cacciatorpediniere, fregate o corvette è andato come previsto, e tutti hanno incontrato difficoltà colossali che hanno portato all'esplosione dei costi e, quando completati, capacità inferiori a quelle previste.
E la serie nera potrebbe benissimo continuare. Secondo Mark Cancian, uno specialista della Marina americana del think tank CSIS, il nuovo programma di cacciatorpediniere DDG(x) della Marina americana, che dovrà prendere il posto dell'Arleigh Burke a partire dalla fine del decennio, potrebbe anche sperimentare la stessa sorte di CG(x), e verrà cancellato presto, mentre i costi previsti sono esplosi e la Marina americana sta ora dando priorità ai sottomarini contro la Cina.
sommario
Genesi e obiettivi del programma DDG(x) della US Navy
Quando nel 2010, la US Navy si ritrovò senza sostituti per i suoi incrociatori della classe Ticonderoga, dopo la cancellazione del programma CG(x), e per i suoi più vecchi Arleigh Burkes, con la cessazione del programma Zumwalt, decise di fondere i due ha bisogno in un programma chiamato Large Surface Combatant.
Ciò doveva consentire di ricapitalizzare la flotta da combattimento di superficie americana a partire dalla fine degli anni '20, sulla base di un cacciatorpediniere più pesante del Burke, ma meno costoso dello Zumwalt.
Nel 2021, questo programma è stato trasformato in DDG(x), con l'obiettivo di sostituire la 22 Ticonderoga e la 28 Arleigh Burke Flight I, a partire dal 2028 o 2029. Secondo lo studio iniziale, la nave supererebbe le 13 tonnellate, il che significherebbe ne fanno la nave da combattimento di superficie più imponente dopo le Kirov russe, imponente almeno quanto la Type 000 cinese.
Il suo armamento, dal canto suo, sarebbe simile a quello dell'Arleigh Burke Flight III attualmente in produzione, con un cannone da 5 pollici (127 mm), 3 blocchi di 4 sistemi Mk41 per 96 silos di lancio missilistici verticali, due sistemi SeaRam CIWS con 21 missili ciascuno e due tubi tripli Mk32 per siluri da 324 mm.
Come il Burke Flight III, i suoi sensori sarebbero basati sul nuovo radar AN/SPY-6 per il rilevamento aereo, sul radar di superficie An/SPQ-9B e sul radar di lancio AN/SPG-62, tutti integrati in una nuova evoluzione del Sistema AEGIS.
Le differenze con gli attuali cacciatorpediniere americani si ritrovano sottocoperta, in particolare con un sistema di propulsione elettrica integrato, come quello dello Zumwalt, che offre maggiore autonomia in mare e, soprattutto, permetterà, in futuro, di imbarcare nuovi, molto energetici -sistemi ad alta intensità, siano essi capacità di elaborazione computerizzata aggiuntiva o armi ad energia diretta, laser ad alta energia o cannoni a microonde.
Esplosione dei costi previsti e immaturità delle tecnologie dirompenti
Presentato in questo modo, il programma DDG(x) appariva ragionevole, così come il suo costo di produzione, dell’ordine di 2,4 miliardi di dollari per unità, paragonabile a quello di Arleigh Burke.
L’obiettivo era consentire una transizione flessibile dall’attuale generazione di navi da combattimento di superficie a quella successiva, in cui la potenza di elaborazione, le apparecchiature di rilevamento e l’intera catena energetica si riveleranno più decisive del semplice numero di missili trasportati nei silos. E poi è arrivato il CBO, l'organismo di controllo del Congresso...
C'è ancora il 75% di questo articolo da leggere, Iscriviti per accedervi!
I Abbonamenti classici fornire l'accesso a
articoli nella loro versione completa;e senza pubblicità,
a partire da € 1,99. Abbonamenti Premium fornire anche l'accesso a archivio (articoli vecchi di più di due anni)