Nei primi due anni di conflitto in Ucraina, si dice che la Russia abbia lanciato quasi 8000 missili balistici, missili da crociera e droni d’attacco a lungo raggio contro le infrastrutture civili e militari ucraine. Tra loro, 4637 erano droni d'attacco Geranium-2 (Geranio-2) prodotto in Russia, o Shahed-136, il drone iraniano che è all'origine.
Se questi droni, con una gittata di circa 1500 km e armati con una carica esplosiva di 40 kg, sorprese le difese aeree nei primi giorni, si sono adattati rapidamente e sono riusciti ad annunciare in poche settimane tassi di intercettazione molto elevati, tra l'80 e il 90%. Tuttavia, nel tempo, la pressione esercitata dai Geranium-2 non è diminuita, a differenza delle scorte di missili e proiettili antiaerei dell'Ucraina.
Di conseguenza, oggi, pur rimanendo vulnerabili a causa della bassa velocità e dell’altitudine di crociera, questi droni raggiungono un tasso di successo compreso tra il 15 e il 25%, secondo fonti ucraine. Il che la rende un’arma molto efficace, dato il prezzo e la facilità di produzione, in particolare per attaccare le infrastrutture civili ucraine, nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni.
Così, quando i giornalisti del Wall Street Journal pubblicarono un'inchiesta sul sito di Alabuga, nel Tatarstan russo, e descrissero una produzione annua di droni Geranium 2, superiore a 6000 esemplari, più di quattro volte superiore alla densità media di tiro di questi droni contro l’Ucraina nel 2022 e nel 2023, le conseguenze potrebbero rivelarsi molto cupe per Kiev nei mesi a venire.
sommario
La produzione di droni d’attacco Geranium-2 a lungo raggio supererebbe le 6000 unità all’anno
L’indagine del WSJ si concentra soprattutto sull’organizzazione della produzione di questi droni d’attacco ad Alabuga, richiamando una grande forza lavoro composta da studenti africani, da un lato, e da componenti provenienti dalla Cina, dall'altro. Ciò dimostra quindi che questa attività industriale è sostenibile e non soffre di alcuna carenza.
Tuttavia, sono i dati sulla produzione presentati in questo sondaggio ad attirare maggiormente l'attenzione. Secondo i giornalisti, infatti, il sito industriale di Alabuga prevede di produrre 6 droni d’attacco nel 000, ovvero il 2024% in più dell’intero consumo di Geranium-60 e Shahed 2, di cui è un’evoluzione, nel corso degli anni 136 e 2022.
Sebbene questi droni abbiano già pesantemente eroso le difese aeree ucraine, con una media di 200 droni lanciati contro l’Ucraina ogni mese, si può facilmente immaginare quale danno verrebbe arrecato alle infrastrutture ucraine se 500 Geranium-2 venissero lanciati ogni mese contro le città ucraine.
Ciò è particolarmente vero poiché la situazione potrebbe essere persino peggiore di quella inizialmente presentata dal WSJ. Infatti, in un aggiornamento del 28 maggio dell'articolo in questione, si specifica che, secondo l'Institute for Science and International Security, un think tank della difesa con sede a Washington DC, il numero di Geranium-2 prodotti nel 2024 raggiungerebbe già 4500 esemplari, il che fa pensare ad una produzione annua di circa 9000 droni.
La Russia sta ricostituendo una grande scorta di missili e droni per colpire l’Ucraina in autunno
Se l’ipotesi di vedere gli eserciti russi lanciare ogni mese 500 droni d’attacco, oltre a un centinaio di missili balistici e da crociera, sull’Ucraina è già molto preoccupante, è chiaro che, nei primi 6 mesi del 2024, la densità di Il fuoco russo è cambiato poco.
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