È noto che le marine militari, sia occidentali che globali, sono fortemente intrise di tradizione e persino di un certo conservatorismo, anche, forse soprattutto, in termini di progettazione delle navi militari. Per convincersene basta osservare la composizione delle flotte militari oggi, e confrontarla con quella che erano quarant'anni fa, a metà degli anni '80, per capirlo.
Così, la Marina francese negli anni '80 schierava quindici scorte d'alto mare (2 Suffren, 3 T-67, un C-69, 9 T-70), quindi 4 cacciatorpediniere antiaerei e 11 fregate antisommergibili, ovvero l'esatto composizione teorica della flotta di fregate francesi di prim'ordine nel 2030 (2 Horizon, 6 FREMM Aquitaine, 2 Fremm Alsace e 5 FDI), cinquant'anni dopo.
Lo stesso vale per le capacità anfibie, con 2 TCD e la portaelicotteri Jeanne d'Arc, rispetto ai 3 Mistral LHD attuali; o la flotta delle scorte di second'ordine, anche se i 26 avisos e avisos escorts delle classi Estienne d'Orves e Commandant Rivière, sono stati sostituiti solo da 5 FLF, 6 Floréal e 7 motovedette oceaniche future, ma integrate da 6 Pattugliatori d'oltremare. Infine, nell'area logistica, le quattro navi cisterna da rifornimento classe Durance verranno sostituite da 4 BRF classe Jacques Chevalier.
Infatti, a parte la seconda portaerei, e solo 6 grandi navi da guerra mineraria, contro 10 cacciamine tripartiti classe Eridan, e a differenza delle forze aeree o terrestri, che hanno subito radicali riduzioni, la flotta di superficie francese degli anni ’2030, sarà essere molto simile, nella sua organizzazione e nella sua architettura, a quella degli anni '80.
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Le marine mondiali innovano molto dal punto di vista tecnologico, ma poco in altri settori
Lo stesso vale per la maggior parte delle principali marine del mondo. Ovviamente, le navi moderne hanno capacità notevolmente ampliate rispetto alle navi che navigavano nel 1985. Tuttavia, si tratta, nella maggior parte dei casi, solo di un'evoluzione orizzontale dei mezzi, legata ai progressi compiuti nel campo dei sensori, della propulsione o dei sistemi d'arma. La composizione della flotta e le missioni delle navi rimangono quasi identiche.
Ancora più sorprendente è che, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, pochissime innovazioni hanno portato a certi sviluppi riguardanti le missioni stesse delle navi. In realtà se ne sono verificati solo tre in più di 80 anni: l'avvento della propulsione nucleare, molto più sensibile, del resto, per la flotta sottomarina rispetto a quella di superficie; l'arrivo dei missili, senza che questi abbiano sconvolto profondamente la struttura e la specializzazione delle unità; E la comparsa, negli anni '70, dei veicoli con guida a sinistra.
Combinando le capacità delle portaerei o delle portaelicotteri con quelle delle navi d'assalto del tipo Transport de Landing Barge (TCD o LPD), la LHD ha permesso, infatti, di effettuare operazioni anfibie al riparo dell'orizzonte, dissociando le capacità anfibie flusso destinato al trasporto di veicoli, dal flusso aereo, per uomini, munizioni e sanitari.
A parte questa nuova categoria di navi, i cacciatorpediniere, le fregate, le corvette, le portaerei, i cacciamine e altre navi cisterna da rifornimento, che costituiscono oggi la spina dorsale delle flotte militari, rimangono molto simili, nella loro specializzazione e nelle loro dottrine di utilizzo, a ciò che sono erano negli anni ’50, ma la situazione potrebbe cambiare nei due o tre decenni a venire…
Intelligenza artificiale e robotizzazione al centro dei futuri sviluppi nella progettazione delle navi militari di superficie
Negli ultimi anni, infatti, sotto l’effetto combinato dei progressi compiuti nell’automazione, nella robotizzazione e nell’intelligenza artificiale, nuove navi, con capacità radicalmente diverse da quelle degli edifici esistenti, hanno cominciato a essere presentate sotto forma di concetti o modelli presso le principali armi navali spettacoli, o anche da testare, per i programmi più avanzati.
Questi sviluppi radicali si basano su alcuni progressi tecnologici, ma rispondono soprattutto ai nuovi vincoli affrontati dalle marine moderne, sia in termini di costi delle attrezzature, difficoltà di reclutamento, sia di progressi compiuti nei sistemi di rilevamento e di comunicazione.
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