Nel 2000, le esportazioni cinesi di armi rappresentavano dolorosamente più di 300 milioni di dollari. Nel 2009 hanno superato per la prima volta il miliardo di dollari, poi 2 miliardi di dollari nel 2013. Oggi la Cina è al quarto posto tra gli esportatori di armi al mondo, con oltre 5 miliardi di dollari di fatturato nel 2021, dietro a Stati Uniti, Russia e Francia, ma davanti a Germania, Italia, Gran Bretagna, Corea del Sud e Israele. Nel periodo 2017-2021, secondo l'istituto SIPRI, Pechino si è aggiudicata il 4,6% dell'export mondiale, con un'evidente dinamica di crescita molto significativa. Oltre ai tradizionali clienti delle industrie della difesa cinesi, come il Pakistan, hanno anche notevolmente ampliato la loro base internazionale, essendo ora molto presenti in Africa e Asia, ma anche in Medio Oriente, Sud America e persino in Europa. A giudicare da la loro presenza a IDEX 2023, che si tiene questa settimana ad Abu Dhabi, è prevedibile che Pechino diventi rapidamente un attore importante ed essenziale su questa scena internazionale, anche un diretto concorrente degli Stati Uniti.
Come la Russia, la Cina offre molto spesso attrezzature dedicate per l'esportazione, piuttosto che attrezzature identiche a quelle in servizio con l'Esercito popolare di liberazione. Ad Abu Dhabi lo stand cinese è uno dei più imponenti, con oltre 500 referenze in esposizione, che vanno dalle munizioni vaganti al caccia stealth FC-31, passando per il carro armato VT-4 e il cannone semovente. è particolarmente opportunista nel cogliere mercati promettenti. Oggi la maggior parte dei paesi del Golfo, dagli Emirati Arabi Uniti all'Iran, implementa sistemi cinesi, in particolare i droni MALE Wing Loong acquisiti quando Washington si rifiutò di consegnare i suoi Razziatori, e Pechino sta compiendo molti sforzi per aumentare la sua presenza in alcuni stati chiave, come l'Arabia Saudita, l'Egitto o il Marocco.
Va detto che l'attrezzatura cinese ha qualcosa da sedurre oggi. Lontani dall'immagine di inaffidabilità e mediocre performance che avevano qualche anno fa, e che continua a condizionare la considerazione del rischio che rappresentano per le esportazioni occidentali e in particolare europee, questi ultimi sono infatti oggi giudicati efficienti, affidabili e efficienti dai loro utenti, a un prezzo di acquisizione e implementazione significativamente inferiore a quello offerto dalle industrie europee. Così, un carro pesante VT-4 viene offerto a meno di 5 milioni di dollari per unità, prezzo di listino, cioè meno della metà del prezzo di un carro occidentale, per prestazioni e impianti, se non paragonabili, comunque vicini. Allo stesso modo, l'aereo da addestramento e attacco L15 viene offerto al di sotto della soglia dei 15 milioni di dollari. condizione di volo via, rispetto ai 25 milioni di dollari dell'M346 italiano con prestazioni e capacità comparabili. Non sorprende, in questo contesto, che questo equipaggiamento stia trovando sempre più acquirenti sulla scena internazionale, mentre sistemi molto più moderni ed efficienti, come l'aereo cargo Y-20, le fregate Type 054A o i sottomarini Type 039B stanno offerto anche a prezzi molto interessanti.
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