La guerra in Ucraina, fin dal suo inizio alla fine di febbraio 2022, non solo ha dimostrato che combattimenti ad alta o addirittura altissima intensità, vale a dire uno scontro tra due belligeranti armati con l’intera gamma delle moderne armi militari, potrebbero si ripresenterà in Europa, ma che, contro ogni aspettativa, un simile conflitto potrebbe durare, e anche durare molto a lungo. I tanti insegnamenti tratti da questa guerra hanno influenzato per diversi mesi la pianificazione degli eserciti occidentali, e di quelli europei in particolare, con un rinnovato interesse per i sistemi di artiglieria, i carri armati e tutti i sistemi pesanti, ma anche per i bersagli droni, le munizioni vaganti, le armi antiaeree e sistemi di guerra elettronica. Soprattutto, tutti gli eserciti europei (o meglio i politici che governano secondo le proprie capacità) hanno preso coscienza che il dimensionamento delle loro forze, per quanto tecnologiche possano essere, è molto insufficiente, sia che si tratti di uomini, armi e sistemi di munizioni.
Nelle ultime settimane, I governi europei sembrano impegnati in una dinamica aumentato volto ad aumentare e incrementare il sostegno militare concesso a Kiev. Infatti, se gli europei sono riusciti a trovare soluzioni alternative rispetto al gas e al petrolio russi, questi ultimi hanno anche implementato soluzioni palliative rispetto agli effetti delle sanzioni occidentali che per un certo periodo hanno gravemente ostacolato le capacità industriali militari del paese. Mosca, infatti, è ora in grado di impegnarsi in un conflitto a lungo termine, volto a erodere le capacità militari ucraine e attraverso la transitività dei suoi alleati europei, sapendo che, da parte sua, il Paese può contare su una produzione industriale sufficiente e su una popolazione molto docile. ricostruire le unità di manovra in un termine relativamente breve. Di conseguenza, gli europei ora competono con gli annunci di portare a Kiev i carri armati pesanti, i veicoli da combattimento della fanteria, i veicoli corazzati da ricognizione, l’artiglieria a medio e lungo raggio e i sistemi antiaerei richiesti dalle autorità ucraine allo scopo di preparare un’offensiva di primavera. che dovrebbe essere decisivo per porre fine a questa guerra entro la fine dell’estate.
Ma nel campo dei carri armati pesanti gli europei si trovano ad affrontare un grosso limite. Infatti, ad eccezione di una linea di produzione a bassa capacità in Germania per Leopard 2, non esiste più alcuna capacità di produzione industriale in grado di compensare i veicoli blindati pesanti che potrebbero essere trasferiti in Ucraina. In altre parole, se i produttori europei sapranno sostituire i carri armati leggeri, i sistemi di artiglieria o i sistemi antiaerei trasmessi a Kiev in un termine relativamente breve, dell’ordine di qualche anno al massimo, in modo da restituire agli eserciti i mezzi europei per resistere, se necessario, ad un'aggressione, non esiste una soluzione paragonabile per quanto riguarda i carri armati pesanti, al punto che tutti i carri armati Leopard 2, Leclerc o Challenger 2 che potrebbero essere inviati in supporto agli eserciti ucraini, andrebbero necessariamente a scapito, nel medio o anche lungo termine, delle capacità operative presenti in Europa, ad eccezione del caso dei carri armati K2 sudcoreani acquisiti dalla Polonia. In questo contesto, potrebbe essere rilevante mettere in discussione l’implementazione di emergenza di una capacità di produzione franco-tedesca attorno al carro armato KNDS E-MBT come parte del programma MGCS, proprio per colmare questa lacuna.
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