6 affermazioni ricorrenti ma errate sul programma aereo di nuova generazione SCAF

Annunciato nel 2017 poco dopo l'arrivo all'Eliseo di Emmanuel Macron per il suo primo mandato, il programma SCAF, Future Air Combat System, rappresenta uno dei due pilastri principali, insieme al programma MGCS, dell'ambizione Francia-Germania sviluppata in questa data per rafforzare l'autonomia strategica europea nel campo della difesa attorno alla cooperazione industriale strategica tra i due paesi. Da allora il programma ha integrato la Spagna al suo interno, ma è stato soprattutto segnato da tensioni crescenti e sempre più divisive tra Parigi e Berlino, in particolare tra gli industriali dei due paesi, in particolare attorno ai primi e principali 7 pilastri del programma , il caccia di nuova generazione, o NGF, che da quasi un anno è oggetto di una tesa resa dei conti tra Dassault Aviation e Airbus DS. Alla fine, sembra che le autorità francesi e tedesche siano riuscite, a forza di pressioni politiche, a costringere i due maggiori produttori a mettersi d'accordo su condivisione industriale e leadership di programma, almeno per quanto riguarda la tranche 1B. dimostratore tecnologico per il 2027.

Tuttavia, come detto in precedenza, il programma SCAF è tutt'altro che unanime, sia nell'opinione pubblica che negli ambienti specializzati, su entrambe le sponde del Reno. Per rafforzare il sostegno al programma, le autorità politiche francesi, siano esse il ministero delle Forze armate, i parlamentari e persino lo stesso presidente Macron, hanno adornato questo programma con molte virtù, rendendolo non solo desiderabile e vantaggioso per gli obiettivi strategici francesi, ma anche, in un certo modo, indispensabile per molti aspetti. In questo articolo studieremo i 6 argomenti ricorrenti più frequentemente addotti per giustificare questo programma, per determinarne la materialità, e quindi la rilevanza.

"La Francia non ha più i mezzi di bilancio per sviluppare da sola un programma della portata dello SCAF"

Il primo e principale argomento ricorrentemente avanzato sia dal presidente francese, sia dal ministero delle Forze armate (F. Parly) sia da molti parlamentari appartenenti alla maggioranza presidenziale, è destinato ad essere inarrestabile. Secondo lui, dovendo il programma SCAF costare tra gli 80 ei 100 Md€, nessun paese europeo, in particolare la Francia, ha ormai i mezzi per finanziare lo sviluppo e la produzione di un tale dispositivo e del suo sistema di sistemi. È anche, senza dubbio, il più discutibile degli argomenti addotti. Infatti, per fare l'esempio del programma Rafale, una volta consegnati i 225 velivoli previsti, sarà costato circa 65 miliardi di euro, tenendo conto degli studi iniziali, della produzione del velivolo, della ricerca per i vari standard e dell'ammodernamento delle aereo. Allo stesso tempo, sono stati ordinati 284 velivoli per l'esportazione, per un importo di circa 40 miliardi di euro. Tuttavia, senza nemmeno tener conto dei risparmi sociali realizzati dallo Stato a seguito di questa manna industriale, questi 105 miliardi di euro investiti e da investire nella sola industria francese rappresentano più di 50 miliardi di euro di entrate fiscali e previdenziali. stato.

Il programma Rafale costerà ai contribuenti francesi circa 500 milioni di euro all'anno, uno sforzo ampiamente accettabile per le finanze pubbliche dell'ottava economia mondiale.

La restante spesa per il programma Rafale, che ricordiamo anche noi, è stata spesso ritenuta insostenibile dal punto di vista di bilancio da molti dirigenti politici francesi, non molto tempo fa, è quindi di 15 miliardi di euro, da ripartire su 30 anni di attività industriale a il tasso di € 3 miliardi all'anno, o solo € 500 milioni all'anno. Possiamo dire, da questo punto di vista, che tale importo sarebbe "insopportabile" per le finanze pubbliche francesi, un paese con un PIL di 2.500 miliardi di dollari, e per gli eserciti che presto avranno più di 50 miliardi di euro di bilancio annuale? La trasposizione per SCAF è diretta anche in considerazione di un costo più elevato, visto che il PIL francese è aumentato sensibilmente dagli anni '90 e 2000, tanto più che il successo del Rafale negli ultimi anni lascia presagire un ottimo slancio all'export nei decenni a venire, a patto che il dispositivo e il suo sistema si dimostra, come è il caso del Rafale oggi, e dei Mirage prima di esso, efficiente ed economicamente rilevante, e non un programma americanizzato con molti costi nascosti. Non si può quindi dire che la Francia non possa finanziare da sola il programma SCAF, al massimo si può dire che non lo voglia.

"Nessun Paese europeo da solo ha le tecnologie necessarie per la progettazione di FCAS"


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