Per il comandante dell’American Strategic Command, un conflitto tra Stati Uniti e Cina è probabilmente inevitabile nel medio termine ed è opportuno che Washington si prepari ad affrontarlo, anche nel settore della deterrenza nucleare.
Solo una settimana fa, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, accompagnato da un aereo carico di imprenditori tedeschi, si è recato a Pechino per incontrare il suo omologo cinese, il presidente Xi Jinping, recentemente rieletto alla guida del paese per una durata di cinque anni.
Per il capo di Stato tedesco si trattava soprattutto di rafforzare la cooperazione economica tra i due paesi, essendo la Cina un mercato critico per le esportazioni tedesche, e di garantire il buon funzionamento sia della sua economia che della sua industria.
In Europa, questa visita ha suscitato molte reazioni, con la preoccupazione di vedere Berlino aumentare la sua dipendenza economica da Pechino, e ritrovarsi così, a medio o lungo termine, in una situazione simile a quella in cui si trova oggi a causa della sua grande dipendenza. sul gas russo.
E se dobbiamo credere alle ultime dichiarazioni dell'ammiraglio Richard, capo dell'American Strategic Command o Stratcom, la deterrenza del paese, l'errore di calcolo del cancelliere Scholz, potrebbe prendere forma molto più velocemente del previsto.
Infatti, parlando nell'ambito del Simposio annuale della Naval Submarine League, l'ammiraglio americano ha dipinto un quadro molto preoccupante. Secondo lui, " La guerra in Ucraina in questo momento è solo un antipasto", e per aggiungere " La grande (guerra) sta arrivando, e non passerà molto tempo prima che saremo messi alla prova come non lo eravamo da molto tempo".
Il fatto è che l'opinione espressa dal capo della Stratcom è oggi ampiamente dominante al Pentagono, e la maggior parte dei suoi funzionari ora spiegano che lo scontro con la Cina sembra inevitabile, soprattutto perché gli eserciti americani devono affrontare notevoli difficoltà a cui l'Esercito popolare di liberazione non riesce a far fronte. non sembrano, dal canto loro, esposti, soprattutto in campo industriale e tecnologico.
Pertanto, per l'ammiraglio Richard, lo strumento di difesa americano, compreso il suo strumento deterrente, può essere paragonato a una nave, ma una nave che affonda, lentamente, ovviamente, ma inesorabilmente, mentre il famoso incrocio delle curve di capacità tra il PLA e l'esercito americano le forze armate stanno prendendo forma in un futuro sempre più prossimo.
Secondo lui, l’unico settore in cui gli Stati Uniti manterrebbero un netto ascendente sull’EPL sarebbe quello della guerra sottomarina (si noti di sfuggita che l’ammiraglio Richard è un sommergibilista).
Aggiunge, per parlare solo della Marina americana, che in assenza di un profondo cambiamento nelle capacità industriali del paese, ma anche nella metodologia utilizzata per progettare e costruire armi americane, l’ascesa cinese nel medio termine sarebbe inevitabile, a punto che potrebbe addirittura minare la deterrenza americana che si basa, per molti, su una flotta di 12 sottomarini nucleari dotati di dispositivi molto avanzati.
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