Molti stavano aspettando che il vincitore del programma Future Long Range Airborne Assault, o FLRAA, uno dei pilastri del programma Future Vertical Lift dell'esercito americano, fosse annunciato alla fiera AUSA di Washington, di cui abbiamo menzionato più volte alcuni punti chiavi negli ultimi giorni. Ma sono rimasti delusi quando il capo di stato maggiore dell'esercito americano, il generale James McConville, ha annunciato alla conferenza dell'esercito americano per l'apertura di questo evento, che la decisione sarebbe stata annunciata “entro pochi mesi”. Ma per il generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare italiana, sembra che la scelta sia già stata fatta. Infatti, questa ha dichiarato di fronte alla stampa specializzata statunitense, che intendeva fare portare l'Italia a bordo del programma FLRAA, se dovesse scegliere il Sikorsky S-97 Raider dotato di rotori controrotanti di fronte al V-280 Valor di Bell basato sul principio dei rotori inclinabili, come il V-22 Osprey.
Per il Capo di Stato Maggiore italiano, infatti, il Raider offre prestazioni e opportunità tecnologiche molto interessanti per gli eserciti italiani, ma anche per l'industria aeronautica del Paese, che già ha competenze nel campo dei rotori stanno dondolando con l'AW609, un prototipo che ha effettuato il suo primo volo nel 2003 e che, finora, non è riuscito a convincere i militari italiani. È possibile che la perdita del secondo prototipo in un incidente nel 2015 abbia eroso la fiducia in questo approccio tecnologico nel Paese. Ma l'interesse principale sviluppato dal generale Goretti nel corso dell'intervista non riguardava alcuna capacità o aspetto operativo. Era infatti puramente commerciale, Roma è infatti molto soddisfatta della sua partecipazione al programma F-35 mentre i velivoli svizzeri e tedeschi saranno assemblati e manutenuti dallo stabilimento di Cameri, a ovest di Milano. Così, secondo la visione elaborata dal generale italiano, la partecipazione italiana nel quadro del programma FLRAA consentirebbe a Roma di rafforzare le sue posizioni in Europa, e di fungere da hub tecnologico e commerciale nel vecchio continente per promuovere il modello americano ad altri eserciti, pur precisando che, come nel caso del Typhoon, anche l'Italia intendeva partecipare a programmi europei in questo campo.

Posizionandosi in questo modo, Roma cerca soprattutto di consolidare le sue partnership di lunga data e anzi fruttuose con l'industria della difesa americana per affermarsi in Europa. Così molti degli elicotteri italiani progettati dall'Agusta erano modelli americani su licenza o da essi derivati, e che la Roma riuscì a imporre, nel 1958, il G-91 come caccia leggero standard della NATO, nonostante inferiori nelle prestazioni ai modelli inglesi o francesi, in particolare rispetto al Dassault Etendard offerto anche nell'ambito di questo concorso. La cooperazione italo-americana si è estesa negli anni ad altri ambiti, come i missili con il design dell'Aspide derivato dal Sea Sparrow, o i radar e i sistemi di rilevamento. Negli ultimi anni, tra gli utili raccolti nell'ambito del programma F-35 in Europa, la selezione di Austral, filiale di Fincantieri per la produzione della classe LCS Independence, e la scelta del modello italiano FREMM per la progettazione di classe della fregata Constellation della US Navy, l'industria italiana è infatti una delle principali beneficiarie nel campo della cooperazione con gli Stati Uniti.
Il resto di questo articolo è riservato agli abbonati -
Gli articoli ad accesso completo sono disponibili nella sezione “ Articoli gratuiti“. Gli articoli Flash sono accessibili in versione completa per 48 ore. Gli abbonati hanno accesso agli articoli completi di Analisi, Notizie e Sintesi. Gli articoli in Archivio (più di 2 anni) sono riservati agli abbonati Premium.
L'acquisto degli abbonamenti è accessibile solo dal sito web – sezione Abbonamenti e Strumenti