Lo scenario รจ ormai noto. La Russia farebbe davvero un massaggio, secondo le osservazioni satellitari e i servizi di intelligence ucraini e occidentali, una considerevole forza armata di quasi 100.000 uomini e un centinaio di battaglioni da combattimento al confine con l'Ucraina, di fronte al Donbass e alla Crimea. E ancora una volta, come nel marzo 2021, ma 2019 e 2020, riappare logicamente la paura di vedere Mosca lanciare un'offensiva contro l'Ucraina. Secondo i servizi segreti americani, le forze armate russe hanno giร sul posto piรน di sessanta BTG (Bataillon Tactical Group), l'equivalente russo del Joint Tactical Group dell'esercito, che riunisce attorno a un battaglione (un reggimento in Francia), tutte le capacitร necessari per il combattimento, soprattutto ad alta intensitร , come artiglieria, difese antiaeree, elementi di ingegneria e comunicazioni, ecc.
Lo scenario temuto da Washington si baserebbe su unโoffensiva invernale che avrebbe luogo a gennaio o febbraio, periodo durante il quale il suolo ucraino รจ ghiacciato, consentendo una migliore mobilitร delle unitร corazzate. L'obiettivo previsto sarebbe quello di creare un corridoio per collegare via terra la Crimea alla Russia, probabilmente fino alla foce del Dnepr e alla cittร di Zaporizhia, anch'essa un importante centro industriale per l'aeronautica civile e militare, ma anche la cittร portuale di Mariopol, critico anche dal punto di vista infrastrutturale. Ciรฒ, oltre a collegare la Crimea, consentirebbe a Mosca di rendere il Mar dโAzov un mare โinternoโ, interamente delimitato dalle coste russe.
Al di lร della possibile offensiva proveniente da Est attraverso il Donbass, e da Sud attraverso la Crimea, i servizi segreti anticipano anche una possibile manovra lungo il confine con la Bielorussia, probabilmente per indurre gli eserciti ucraini a dividere le proprie forze e offrire quindi meno resistenza alle principali forze offensiva nel sud. Una tale azione militare sarebbe la piรน importante in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e avrebbe senza dubbio conseguenze immense, al di lร delle perdite umane e materiali di entrambi i campi, sulla sicurezza del vecchio continente, qualunque sia la posizione scelta dai gli europei, gli Stati Uniti e la NATO in questa ipotesi.
Tuttavia, il rapporto dellโintelligence statunitense insiste sul fatto che si tratta di unโipotesi possibile e non di una certezza. Secondo loro, lo stesso Vladimir Putin fino ad oggi non ha preso una decisione definitiva al riguardo. Ma molti fattori dimostrano che, in questa aspettativa, gli eserciti russi, da parte loro, si stanno effettivamente preparando per unโazione del genere. Pertanto, in concomitanza con lo schieramento dei battaglioni da combattimento russi, in particolare dei piรน esperti della 41a divisione da combattimento combinata, Mosca ha annunciato questo fine settimana: il richiamo di decine di migliaia di riservisti, che potrebbe consentirgli di impostare i suoi scaglioni di supporto attorno a unitร di combattimento professionali. D'altra parte, e a differenza di marzo, l'apparato navale del Mar Nero non sembra ad oggi essere stato potenziato in modo significativo, cosรฌ come le unitร aeree presenti in Crimea e nei pressi del Donbass.
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