Dalla rinascita del concetto di difesa europea in seguito all'elezione del presidente Macron nel 2017 e all'avvio di una cooperazione attiva ma ö quanto caotica con Berlino, i progressi registrati in questo campo sono stati contrastanti. A livello europeo, non c'è più alcun dubbio che la Cooperazione Permanente Strutturata, o PESCO, rappresenti un potente formato per supportare questa cooperazione europea, e l'ultima versione dei progetti presentati il 16 novembre 2021, segna al riguardo un netto spostamento verso una cooperazione tecnologica e industriale incentrata su obiettivi operativi e tempistiche abbreviate, in accordo con le esigenze delle forze armate. Nell'ambito dei grandi programmi industriali, i risultati sono molto meno lusinghieri, poiché dei 6 grandi programmi di cooperazione franco-tedesca annunciati nel 2017, solo 3 sono ancora attivi (Euromale, SCAF e MGCS), gli altri 3 (MAWS, Tigre 3 e CIFS) avendo visto il loro outlook peggiorare significativamente negli ultimi mesi.

Ma è nell'ambito della cooperazione operativa e dell'obiettivo dichiarato di raggiungere l'autonomia strategica europea, caro al presidente francese che ne ha fatto l'Alfa e l'Omega della sua politica di difesa, che i risultati sono stati i più deludenti. Così, la dinamica voluta da Emmanuel Macron, basata su una spinta globale degli europei ad assumere la propria difesa oltre a quella dei propri interessi strategici, senza rinunciare alle alleanze ma senza dipendere da esse, ha incontrato una forte opposizione da parte di tutti i leader. La Germania, che a volte è anche la più virulenta di fronte alle proposte francesi, come nel caso dell'estensione della deterrenza nucleare francese ad alcuni dei suoi vicini. Nonostante queste cocenti battute d'arresto, l'esecutivo francese non ha cambiato rotta, e continua a predicare, sperando in una ben improbabile presa di coscienza degli stessi europei.
Cooperazione franco-belga intorno al programma CaMo
Tuttavia, negli ultimi anni la Francia ha compiuto progressi significativi nel campo della cooperazione militare con due paesi europei. In primo luogo è stato il Belgio che, dopo aver scelto di sostituire i suoi F-16 con gli americani F-35A, attirando così le ire di molti commentatori francesi spesso poco obiettivi in materia, ha avviato una cooperazione tecnologica industriale e operativa con la Francia e l'Esercito, nell'ambito del programma CAMO, per le capacità motorizzate. Oltre a un ordine per 382 veicoli corazzati multiruolo Griffon e 60 veicoli corazzati da ricognizione e combattimento Jaguar, questo programma mira a condividere, con le forze terrestri belghe, la struttura operativa, ma anche i sistemi di comunicazione e controllo. Sistema SCORPIONE, così come le dottrine e l'addestramento con le unità dell'Esercito, in modo da ottenere un'interoperabilità ottimale tra le due forze armate.

Questa cooperazione, iniziata nel 2019, troverà presto la sua prima applicazione operativa, dal momento che l'esercito belga prevede di schierarsi in Mali a fianco delle forze francesi dell'operazione Barkhane, un sottogruppo tattico inter-arma completo, l'unità base alle dipendenze dell'Esercito, che riunisce attorno ad una società, capacità di impegno globale aggregando capacità operative fornite da altre unità (ingegneri, trasmissione, artiglieria, ecc.). Per rafforzare questa simbiosi operativa con le forze armate francesi, le autorità belghe hanno annunciato due settimane fa l'acquisizione di 9 sistemi di artiglieria CAESAR, mentre la DGA da parte sua ha confermato che il programma VBAE, volto a sostituire i veicoli corazzati leggeri VBL, sarà guidato congiuntamente dall'industria francese e belga.
Cooperazione franco-greca nei confronti della Turchia
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