Tra il 2012 e il 2020, le forze armate russe hanno sofferto una fase di modernizzazione e preparazione operativa eccezionalmente ampia, vedendo in particolare il numero delle sue brigate da combattimento aumenterà da 15 a 65, e il tasso di dotazione di apparecchiature "moderne" passerà da meno del 50% a più del 70%. In particolare hanno messo in servizio quasi un centinaio di sistemi S-400 in venti reggimenti, oltre a più di 1200 carri armati T90, T72B3 / M e T80BVM modernizzati. Circa 250 nuovi caccia Su-34, Su-35, Mig-35 e Su-30 si sono uniti alle loro unità, oltre a un gran numero di elicotteri, droni e sistemi di artiglieria. Di fronte a questa constatazione, dal 2014 gli occidentali si sono impegnati a ricostituire le proprie forze armate, gravemente logorate dal dopoguerra. Tuttavia, i primi significativi aumenti del bilancio della difesa non si sono verificati fino al periodo compreso tra il 2016 e il 2019.
È proprio sulla base di questo osservato aumento delle risorse degli eserciti occidentali, e in particolare degli eserciti europei, che il presidente Vladimir Putin ha appena annunciato. un grande sforzo per rafforzare le capacità di difesa aerea russa, con l'acquisizione nei prossimi anni di 25 nuovi sistemi S-400 e S-350, oltre a 200 velivoli, destinati, secondo il capo di Stato russo, a rispondere alla crescente minaccia della NATO, essa stessa però frutto di il significativo aumento delle capacità militari russe avviato con il ritorno alla presidenza di Vladimir Putin nel 2012. Lo scorso giugno, sempre sulla stessa linea, il ministro della Difesa russo, Sergei Choïgou, ha annunciato la costituzione di 20 nuove unità militari per il distretto occidentaleproprio per controllare la crescente minaccia posta dalla NATO alla Russia.
Sebbene ufficialmente tutti lo neghino, si tratta ovviamente di un noto meccanismo di corsa agli armamenti durante la Guerra Fredda, ciascuno giustificando le proprie azioni sulla base delle reazioni del presunto avversario ad altre azioni precedentemente svolte, il tutto portando ad un significativo aumento della tensioni e nelle risorse militari schierate. Tuttavia, in questo caso specifico, si tratta molto più di un esercizio di comunicazione da parte del presidente russo, che di un vero cambiamento nella politica di difesa e nell'attuale programmazione militare. Infatti, negli anni a venire, vale a dire entro la fine dell'attuale legge di programmazione nel 2027, gli eserciti russi dovrebbero già ricevere 76 caccia Su-57 di nuova generazione, una quarantina di bombardieri Su-34;e almeno tre dozzine di caccia pesanti Su-35, a cui vanno aggiunti droni da combattimento S70 Okhotnik B, aerei da trasporto, bombardieri Tu-160M ed elicotteri, il tutto raggiungendo e addirittura superando facilmente i 200 velivoli annunciati. I 25 sistemi S-350 e S-400 rappresentano solo 5 reggimenti antiaerei pienamente operativi, mentre più di dieci reggimenti rimangono dotati di vecchi sistemi come il Buk M2 o l'S-300.
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