Fu nel 1998 che l'ultimo EF-111A Raven da guerra elettronica fu ritirato dal servizio nell'aeronautica americana, senza che fosse prevista alcuna sostituzione a tale scopo. Tuttavia, l'aereo ha svolto numerose e cruciali missioni, in particolare per neutralizzare le capacità di rilevamento e ingaggio delle difese antiaeree irachene durante la prima Guerra del Golfo, e per consentire agli aerei tattici, e in particolare agli aerei stealth F117, di operare in sicurezza. Convinta dell'onnipotenza dello stealth passivo dei suoi F-22 e del futuro F-35A, l'aeronautica americana non ha ritenuto necessario sostituire questa capacità, anzi costosa e molto complessa. La Marina americana, dal canto suo, ha deciso di progettare una versione dedicata alla guerra elettronica basata sull'F/A 18 F Super Hornet, denominata EA-18G Growler, per fare seguito all'EA-6 Prowler arrivato alla fine del corso. Il fatto è che, finché gli interventi si sono limitati ai cieli poco contesi dell'Iraq o dell'Afghanistan, la scelta dell'USAF sembrava giustificata. D’altro canto, quando nell’aprile 2018 i B-1, F-15 e F-16 dell’aeronautica americana dovettero colpire installazioni chimiche siriane, fu il venerabile EA-6 Prowler della marina statunitense a chiamare in causa accompagnare i suoi aerei nel cielo siriano di fronte alle difese antiaeree del regime di Bashar Al Assad.
È sulla base di questa carenza che i Rappresentanti americani hanno proposto, in occasione dello studio del budget 2022 del Pentagono, di stanziare una linea di crediti per finanziare lo studio e la trasformazione dei caccia dell'US Air Force per trasportare e utilizzare il nuovo pod Jammer ALQ-249 Next Generation, o NGJ, attualmente in fase di sviluppo da Raytheon per l'EA-18 Growler della Marina americana, in modo da restituire a tutte le forze aeree statunitensi la capacità di intervenire in ambienti altamente contesi, in particolare di fronte a difese antiaeree multistrato integrate come per la Russia o la Cina, soprattutto perché questi sistemi sono ormai dotati di radar passivi e UHF e VHF radar di banda in grado di rilevare gli aerei stealth americani, anche a grandi distanze, nonché di ingaggiarli con missili terra-aria o guidando intercettori responsabili dell'eliminazione di questa minaccia. In altre parole, la Passive Stealth implementata sugli F22 e F35, tanto apprezzata oltreoceano per quasi tre decenni, non rappresenta più una protezione sufficiente per poter operare negli spazi aerei contesi. Fondamentale è l’utilizzo degli Active Stealth, ovvero potenti sistemi di jamming aereo.
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