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British Royal Marines sperimentano con Gravity Jet Suit per l'imbarco navale

4 maggio 2021

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Nel 2016, dopo aver trascorso quasi 2 decenni nell'industria petrolifera e 6 anni nella Royal Marines Reserve, Richard Browning acquistò diversi mini-turboreattori con l'obiettivo di sviluppare un jet pack autonomo. 6 mesi dopo, nel novembre 2016, ha effettuato il primo volo di quello che sarebbe diventato, l'anno successivo, il Gravity jet Suit, un jet pack alimentato da 4 mini-reattori controllati e diretti dalle braccia del pilota, in un'architettura semplice e allo stesso tempo molto efficace. L'inventore britannico raccolse rapidamente 650.000 sterline per continuare a sviluppare il suo concetto, senza dimenticare gli anni trascorsi nei commando britannici. Ovviamente anche questi ultimi hanno aderito al concetto, dal momento che 42 Commando dei Royal Marines hanno recentemente effettuato una serie di esercitazioni per valutare l'efficacia della Gravity Jet Suit per l'assalto e l'abbordaggio in mare, durante diversi scenari realizzati con la motovedetta HMS Tamar lungo la costa meridionale dell'Inghilterra.

Da un semirigido lanciato per intercettare la motovedetta, i commando hanno così sperimentato il trasferimento autonomo di un soldato sul ponte superiore della nave utilizzando il Jet Suit, per poi dispiegare una scala flessibile che permettesse ad altri soldati di unirsi a lui. Un secondo scenario, relativamente simile, condivideva lo stesso inizio della missione, ma il pilota della Jet Suit tornava in volo una volta che la scala flessibile veniva dispiegata per proteggere i dintorni della nave. Infine è stata effettuata un'esercitazione con imbarco simultaneo di 3 membri del personale sul ponte posteriore della nave. Dopo ogni esercizio, il pilota e la sua tuta jet si univano al RIB in movimento per atterrare lì e iniziare l'esercizio successivo.