Ovviamente, Pechino sembra molto ansiosa di mostrare la sua potenza navale appena acquisita ai suoi vicini, e in particolare a coloro che non si piegano abbastanza per soddisfare le ambizioni della superpotenza indo-pacifica. In effetti, dopo aver aumento delle principali esercitazioni navali vicino all'isola di Taiwan, tocca ora al Giappone approfittare degli schieramenti di forze della flotta cinese, in questo caso della Liaoning Aircraft Carrier Carrier Strike Group si schiera di nuovo nello stretto di Miyako, e alla periferia dell'isola di Diaoyu (nome cinese) nell'arcipelago Senkaku, la cui appartenenza a Tokyo è contestata da Pechino.
Questo dispiegamento di forze avviene quando le autorità giapponesi hanno recentemente assunto posizioni più ferme nei confronti di Pechino, in autorizzando le forze statunitensi a utilizzare le loro basi sul suolo giapponese intervenire a sostegno delle forze taiwanesi in caso di tentativo di invasione guidata da l'Esercito popolare di liberazione. Finora le autorità giapponesi avevano sempre seguito una politica neutrale nei confronti di Pechino, basandosi sugli accordi reciprocamente vantaggiosi per il co-sfruttamento delle risorse ittiche e minerarie dell’arcipelago Senkaku, negoziati all’epoca da Deng Xiaoping e dal primo ministro giapponese Takeo. Fukuda alla fine degli anni '70.
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