La grande vulnerabilità della rete elettrica utilizzata per distribuire la corrente elettrica in tutti gli Stati Uniti è motivo di grande preoccupazione per i leader e le forze armate americane. Il gigantesco blackout del 2003, legato a fenomeni a cascata originati da errori procedurali all'interno della società FirstEnergy, e che ha privato del potere quasi 50 milioni di americani e canadesi, ha confermato ciò che le autorità americane sapevano dal 1965, ovvero il grande blackout di New York. A parte incidenti, manomissioni o atti terroristici, una delle principali minacce a questa rete intrinsecamente instabile è di origine informatica, come è avvenuto in India nel 2020, quando un gruppo di hacker cinesi ha attaccato la rete elettrica indiana come misura di ritorsione per incidenti in gli altopiani del Ladakh.
Questo è il motivo per cui il DARPA, l'agenzia critica per l'innovazione del Pentagono, si è occupata del problema e ha sviluppato una serie di tecnologie volte a rilevare, identificare e potenzialmente contrastare gli attacchi informatici contro la rete elettrica statunitense. E se dovesse comunque crollare, la DARPA si impegna da diversi anni a sviluppare tecnologie che consentano di ricostruire la rete nel più breve tempo possibile. Il programma è stato denominato Rapid Attack Detection, Isolation, and Characterization Systems o RADICS, e il suo lancio ufficiale è avvenuto nel 2017. Gran parte delle tecnologie di questo programma hanno ormai superato una serie di test rigorosi e alcune di esse vengono ora gradualmente implementate sulla rete elettrica statunitense per consentire alle autorità di reagire a un attacco informatico, se necessario.
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