La vicenda suscitò scalpore nei corridoi del Campidoglio di Washington. Infatti, il Comitato per le Forze Armate della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, il Comitati per i servizi armati della Camera, farebbe di tutto per votare, nell'ambito della legge Legge sull'autorizzazione alla difesa nazionale, articoli che obbligherebbero il Pentagono a non acquistare più apparecchiature con meno del 75% di componenti fabbricati negli Stati Uniti entro ottobre 2021, e imporrebbero apparecchiature prodotte al 100% dall’industria statunitense entro il 2026, nello spirito della dinamica “America First” del presidente Trump.
Per i promotori di questa legge si tratta soprattutto di garantire l’efficienza e la sostenibilità dei mezzi in servizio nelle forze armate statunitensi, riesumando il Buy American Act del 1933, un modello di protezionismo economico e politico derivante da devastanti effetti della crisi del 1929 e le forti aspettative protezionistiche dell’opinione pubblica di allora. Il progetto non è nuovo, ed era già stato proposto dal deputato repubblicano Duncan Hunter della California, noto per le sue posizioni estremamente conservatrici. Ma è stata respinta dai senatori J. McCaine e John Warner, anch'essi repubblicani, ma consapevoli del danno che una legge del genere avrebbe inevitabilmente causato.
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