È troppo tardi per il NEURON?

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Il 1° dicembre 2012, il primo drone da combattimento europeo, il NEURON, ha preso il volo per la prima volta dalla base aerea 125 di Istres, nelle Bocche del Rodano, per un volo durato 25 minuti sopra lo stagno di Berre. Questo evento ha portato a compimento 9 anni di sforzi da parte dei team di Dassault Aviation e dei suoi partner europei italiani, svedesi, spagnoli, greci e svizzeri e ha offerto all'Europa l'opportunità di posizionarsi in prima linea nel campo dei droni aerei da combattimento stealth , destinato a diventare cruciale nelle future guerre aeree. A distanza di 8 anni, il programma dimostratore non ha dato luogo ad alcuna conversione operativa, e nemmeno ad un programma industriale, mentre, allo stesso tempo, le maggiori nazioni militari, come gli Stati Uniti (Skyborg, Stingray), la Russia (S70 Okhotnik -B) e la Cina (GJ-11 Sharp Sword) hanno avviato la produzione industriale di questo tipo di equipaggiamento. Come spiegare questo fenomenale fallimento francese ed europeo? E soprattutto, è oggi troppo tardi per rendere il programma NEURON il drone operativo da combattimento essenziale per le forze aeree europee negli anni a venire?

Obiettivi e storia del programma NEURON

Il programma NEURON, lanciato inizialmente nel 2003 dal Ministro della Difesa francese Michelle Alliot-Marie, ha risposto a un'esigenza chiaramente individuata dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare: entro il 2030, la densificazione e le prestazioni dei sistemi antiaerei saranno in grado di prevenire gli aerei da combattimento convenzionali, come COME Rafale, per svolgere le loro missioni, privando le forze aeree francesi di una capacità fondamentale, quella di “entrare per prime” sul territorio conteso. Motivo per cui si è deciso, sulla base del lavoro svolto da Dassault sui dimostratori Petit-Duc e Moyen-Duc destinati allo studio delle tecnologie stealth e del combattimento contro i droni e iniziato nel 1999, di affidare al produttore di aerei francese lo studio preliminare del “Grand Duke”, che sarebbe poi diventato il programma europeo Neuron.

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il dimostratore AVE-D Petit Duc della Dommage Aviation durante i test. Misurava 2 m di apertura alare e non superava i 50 kg.

Nel 2006, 5 paesi europei hanno aderito all'iniziativa, Svezia e Italia hanno contribuito con 75 milioni di euro ciascuna, Spagna con 35 milioni di euro, Svizzera e Grecia con 20 milioni di euro ciascuna, mentre la Francia ha contribuito con 180 milioni di euro, per un budget totale di 405 milioni di euro. Sorprendentemente, il programma ha rispettato non solo la sua agenda, ma anche il suo budget, pur non essendo commisurato alle somme investite, ad esempio, attraverso l’Atlantico in programmi simili. Altri paesi, come Germania, Belgio e persino Russia, si interessarono al programma. Ma la Germania si ritirò e decise di farlo sviluppa il tuo programma in modo confidenziale con Airbus DS, e la Russia ha fatto lo stesso, inizialmente con il programma Skat di Mig, poi il programma Okhotnik di Sukhoi.

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