Ci sono voluti 12 anni perché il primo squadrone di aerei da combattimento indiani Su30MKI equipaggiati con il missile antinave supersonico pesante Brahmos fosse dichiarato operativo, dopo che il prototipo del missile era stato consegnato alle autorità indiane nel 2008. Ma ora è fatto, poiché secondo il Times of India, il 222esimo squadrone “Tigershark” dell'aeronautica indiana è ora equipaggiato con Su-30MKI modificati per implementare il nuovo missile e garantire “un'attenta sorveglianza” dei movimenti navali nella baia del Bengala. Entro la fine dell'anno lo squadrone avrà ricevuto 18 dei 40 aerei modificati a questo scopo.
L'entrata in servizio di un nuovo missile in India raramente fa notizia, ma nel caso del Brahmos è diverso. Infatti, questo missile da 2,5 tonnellate (3 tonnellate per la versione navale e terrestre) e lungo 8 metri per la sua versione aviotrasportata Brahmos-A, cioè il doppio della lunghezza e 3 volte la massa del più grande dei MM40 Exocet in servizio in Francia, può colpire bersagli a 400 km di distanza ad una velocità pari a 3 volte la velocità del suono. Sebbene non rientri nella categoria dei missili ipersonici, la velocità del Brahmos lo rende un'arma formidabile, solo nella portata dei migliori sistemi antiaerei e antimissilistici integrati, come il sistema europeo PAAMS, o quello americano Egida. Anche con questi sistemi i tempi di reazione sono così brevi che non è garantita l’implementazione dei sistemi di protezione.
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