secondo il gruppo industriale aeronautico russo Rosoboronexport, che possiede tra l'altro il produttore Sukhoi, un cliente straniero avrebbe inviato alle autorità russe una richiesta di esportazione riguardante la versione export del cacciabombardiere Su-34, senza specificare il nome del potenziale cliente. Secondo Rosoboronexport, si tratta della prima richiesta formale di esportazione di questo aereo, che ha effettuato il suo primo volo nel 1990, e di cui le forze aeree e navali russe utilizzano più di 130 esemplari, su un obiettivo di 200 esemplari annunciato.
Tra i potenziali clienti che avrebbero potuto compiere questo passo figurano in cima alla lista diversi paesi, tra cui l'Algeria che aveva già espresso l'intenzione di acquisire una flotta di cacciabombardieri russi. Anche il Vietnam sembra essere una potenziale strada, soprattutto considerando la situazione prestazioni del dispositivo, in particolare nelle missioni di penetrazione e nelle missioni di guerra anti-superficie, per affrontare la Cina. Anche la Cina, infatti, potrebbe apparire come un potenziale candidato, anche se nulla ha mai lasciato intendere che possa essere interessata all'aereo. Lo stesso vale per l'India, anche se il paese si trova a fronteggiare un deficit di bombardieri tattici con il ritiro anticipato dei Mig27 e soprattutto dei Jaguar, ma ciò andrebbe contro tutte le strategie di equipaggiamento finora delineate da Nuova Delhi. Tra gli altri clienti tradizionali dell’industria aeronautica russa, il Venezuela si trova ad affrontare enormi problemi finanziari, l’Egitto ha già un numero significativo di aerei moderni in servizio e altri clienti hanno poco interesse nell’implementazione di un dispositivo specializzato date le dimensioni della loro flotta.
Resta il fatto che un ordine di esportazione lo consentirebbe la catena di montaggio del Su34 per la fabbrica NAPO di Novosibirsk di continuare ancora per qualche anno oltre l'ordine aggiuntivo di aerei annunciato dalle forze russe, e quindi di mantenere una significativa capacità di assemblaggio fino alla produzione in serie dell'S70 Okhotnik. Si potrebbe poi aprire una seconda linea per assemblare il Su57 e le sue probabili versioni derivate. Comprendiamo quindi l'ansia di Rosoboronexport di cercare di ottenere questo ordine e di mostrare significative prospettive di esportazione, per evitare una decisione troppo brusca da parte del Cremlino riguardo al suo sito di Novosibirsk. Bisognerà però attendere di avere maggiori informazioni, ed eventuali conferme da parte delle stesse autorità russe, per dare pieno credito a questo annuncio. Come spesso accade, gli industriali russi potrebbero essersi presi alcune libertà con il calendario e con i fatti. Continua