La grande confusione siriana!

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La fine ufficiale delle ostilità tra le Forze Democratiche Siriane e le Forze Turche, registrata attraverso la Russia che ha ottenuto dalle YPG curde il ritiro di una striscia di 32 km lungo il confine turco-siriano, suscita ormai un'immensa confusione, ogni attore non è più sapere chi è chi e come reagire. Negli ultimi giorni le forze turche hanno effettuato colpi di artiglieria a meno di un chilometro da un punto di appoggio delle forze americane, nonché un attacco aereo turco sul suolo iracheno, contro terroristi identificati del PKK secondo il comunicato stampa di Ankara. Da parte americana, la ridistribuzione delle forze speciali per “proteggere le infrastrutture petrolifere”, ordinata dal presidente Trump, è stata effettuata senza alcun vero piano d’azione. La situazione creata artificialmente nel nord della Siria dalla Russia rischia, nel più o meno breve periodo, di trasformarsi in un caos indescrivibile con notevoli rischi di escalation.

Per la Turchia, il successo dell’operazione militare sembra aver messo le ali al presidente Erdogan, che non esita a sfidare la no fly zone della coalizione sopra il territorio iracheno, per colpendo membri identificati del PKK. Sembra inoltre che, nonostante il ritiro dei curdi YPG dalla striscia di 32 km richiesta da Ankara, le forze turche continuino ad effettuare attacchi di droni in profondità delle Forze Democratiche Siriane. Si parla molto anche delle milizie filo-turche numerose segnalazioni di abusi;e un grave scontro con le forze di Damasco, portando alla cattura dei prigionieri. Il secondo attacco di artiglieria vicino alle forze americane, sebbene anche lì non ci siano state vittime, appare come una dimostrazione di forza per indicare chiaramente chi detiene le carte nella regione.

T129 Veicolo APC turco Siria Defense News | Conflitto siriano | Distribuzione delle forze - Riassicurazione
Le forze armate turche hanno dispiegato mezzi corazzati, di artiglieria e aerei molto significativi per prendere il sopravvento sulle forze curde YPG.

La Russia e il suo alleato siriano Damasco hanno avuto un profilo sorprendentemente basso negli ultimi giorni. Mosca ha negoziato con le autorità siriane l'affittouna nuova base aerea nel nord-est del Paese, un punto critico per raggiungere l’intera regione. I rapporti indicano anche che lo Stato Maggiore russo sta effettuando operazioni un significativo rafforzamento delle forze schierate nell’area, con il dispiegamento di diverse centinaia di soldati aggiuntivi. Questi vari annunci indicano che il Cremlino prevede un futuro inasprimento delle tensioni e si prepara a difendere, come ha fatto dal 2015, il regime di Damasco e le posizioni strategiche nel Mediterraneo orientale fornite dalle basi siriane.

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La posizione degli Stati Uniti è, senza contesto, la più confusa, sia sul terreno che a livello diplomatico. Pertanto, le forze corazzate schierate la settimana scorsa dall’Iraq per proteggere ufficialmente le infrastrutture petrolifere siriane e impedire che cadano nelle mani dei radicali islamici, sono state senza un vero piano d’azione e senza regole di ingaggio. Le regole di ingaggio definiscono il quadro operativo entro il quale le forze statunitensi sono autorizzate a usare la forza. Senza questo quadro, le forze americane sarebbero notevolmente svantaggiate.

Gli Stati Uniti blindano il giacimento petrolifero Syria Defense News | Conflitto siriano | Distribuzione delle forze - Riassicurazione
Il dispiegamento delle forze statunitensi per proteggere le infrastrutture petrolifere siriane è stato ordinato senza un piano d’azione e senza regole di ingaggio

In Europa, e in Francia in particolare, la discrezione è essenziale. Nonostante alcune misure simboliche riguardanti il ​​divieto di esportazione di armi verso la Turchia, pronunciate da alcuni paesi dell’Unione Europea per rispondere all’emotività dell’opinione pubblica, il quotidiano sembra aver cancellato dal dibattito pubblico la crisi siriana, le sue implicazioni sulla sicurezza, e il drammatico assenza di peso in questo problema.

In ogni caso, e nonostante l’apparente calma delle tensioni che si riflette nei media, la situazione in Siria è ancora lungi dall’essere stabilizzata. La Turchia sembra sempre più determinata a utilizzare la propria potenza militare per estendere il proprio dominio locale, facendo leva sull’argomento della minaccia terroristica curda. La Russia e Damasco in Siria sembrano anticipare il risorgere delle tensioni e stanno consolidando le loro posizioni difensive. I curdi delle YPG, dopo aver voltato le spalle per evitare il massacro, rappresentano ancora una forza militare significativa, che potrebbe contare sui Peshmerga iracheni, molto più potenti militarmente con più di 650.000 uomini, se gli attacchi turchi in Iraq si ripetessero loro stessi. Quanto agli occidentali, se sono ancora presenti, hanno notevolmente ridotto i loro crediti, vuoi per le decisioni di D. Trump, vuoi per l’incoerenza europea. Una cosa è certa, lungi dal risolvere qualsiasi cosa, l’annessione territoriale turca del nord della Siria, avallata dalla Russia, crea, di fatto, un crogiuolo che concentra in un unico punto forze militari molto significative e desideri marcatamente antagonisti.

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