Venerdì 13 dicembre 2024

MBDA presenta il missile planante anti-radiazioni SPEAR-EW alla fiera DSEI

Si tratta di un annuncio che probabilmente non farà notizia, eppure arriva da un'importante capitale europea. Infatti, il gruppo franco-britannico MBDA ha presentato durante il salone DSEI 2019, una nuova versione di il suo missile aria-terra sospeso SPEAR, dotato di cercatore anti-radiazioni. Si tratta quindi, di fatto, di una nuova arma anti-radar europea, mentre quest'area è probabilmente una delle più fallimentari nella difesa del continente. Questo annuncio è stato fatto in concomitanza con la presentazione nuovi sistemi d'arma presentato dal produttore missilistico europeo per il programma Tempest.

Lo SPEAR-EW, così si chiama, si basa sul missile in volo SPEAR-3, di cui adotta le dimensioni e le caratteristiche operative. Dotato di un booster Hamilton Sundstrand TJ-150 e di due ali che si aprono una volta lanciato, il missile raggiunge un'elevata velocità subsonica e una portata massima di 130 km. Le sue piccole dimensioni, meno di 2 metri e un peso di 100 kg, lo rendono difficile da intercettare. Grazie alle funzionalità di rete e alla guida GPS di bordo, il missile rimane sotto il controllo di un operatore e può seguire traiettorie ottimizzate per raggiungere i suoi obiettivi.

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Grazie al suo peso ridotto, a Typhoon può implementare 12 missili SPEAR di diverso tipo, pur mantenendo 4 missili Meteor e 2 ASRAAM, oltre a 2 600 litri e un pod di designazione laser.

La SPEAR EW è destinata inizialmente all'equipaggiamento TyphoonSono poi gli F35 in servizio presso l'aeronautica italiana e britannica. Sarà associato a un nuovo pod di disturbo sviluppato dall'italiana Leonardo, consentendo l' Typhoon meno furtivo dell'F35 per effettuare operazioni di soppressione delle difese anti-radar senza rischi eccessivi.

Questo tipo di abilità attualmente manca alle forze aeree francesi, siano essi dell'Aeronautica Militare o dell'Aviazione Navale, che non dispongono di munizioni anti-radar. L’adattamento di un munizionamento aria-terra esistente, come lo SPEAR britannico, rappresenterebbe una risposta economica ed efficace per riconquistare quella capacità oggi essenziale per far fronte alle minacce antiaeree sempre più diffuse in molti Paesi.

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