Giovedì 12 dicembre 2024

I limiti della cooperazione europea in materia di difesa si rivelano nello Stretto di Hormuz

Le autorità britanniche hanno annunciato che si uniranno alla coalizione americana, che finora comprendeva solo la Corea del Sud, con l'obiettivo di garantire il traffico commerciale nel Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz, di fronte alle azioni dell'Iran. Londra, infatti, ha dovuto ammettere che la sua richiesta di una task force europea con l'obiettivo di realizzare questa missione non ha suscitato molto entusiasmo, dato che solo la Francia ha effettivamente annunciato la sua adesione, senza tuttavia inviare finora nella zona edifici dedicati a questa missione. . La Gran Bretagna, che sostiene il piano del 2015 sul nucleare iraniano, si è finora rifiutata di farlo, per non associarsi alle posizioni molto ferme di Washington su questo tema.

Non si può presumere che la riluttanza degli europei abbia un legame con la recente nomina di Boris Johnson a primo ministro, quest’ultimo che ha posizioni molto antagoniste nei confronti dell’UE riguardo alla Brexit. È anche probabile che se fosse stato nominato un altro primo ministro e se Jeremy Hunt avesse mantenuto il suo incarico di ministro degli Esteri, la risposta europea sarebbe stata diversa. Si tratta però di un notevole passo indietro per i sostenitori di una linea diplomatica internazionale alternativa sostenuta dagli europei.

In effetti, la situazione in cui versano gli inglesi ricorda quella che dovette affrontare la Francia nel 2013 durante l’intervento in Mali per l’operazione Serval, poi in Africa Centrale. La Francia ha deciso unilateralmente di inviare forze per evitare che il Mali cada nelle mani delle milizie islamiste e diventi così una base logistica per questi movimenti. Naturalmente si è rivolto ai suoi partner europei per cercare di creare una coalizione, ma solo il Belgio ha risposto favorevolmente, inviando a Bamako un distaccamento di elicotteri di ricerca e salvataggio.

Notizie sulla difesa di Bamako della RAF C17 | Flotta di superficie | Guerra ibrida
C17 della Royal Air Force durante l'operazione Serval in Mali

La Gran Bretagna ha fornito alla Francia importanti risorse logistiche con i suoi C-17, ma non ha potuto dedicarvi forze, visti gli impegni in Afghanistan e Iraq. La Germania ha inoltre stanziato dei C-130 per il supporto logistico della missione, senza dispiegamento di forze. Gli altri paesi europei, alcuni dei quali molto preoccupati come Spagna e Italia, non hanno preso parte all'operazione. La Francia ha dovuto, come fanno oggi gli inglesi, richiedere l’assistenza americana per ulteriori servizi logistici e di intelligence, il che ha creato, se necessario, una riserva naturale di molti soldati e politici nei confronti della solidarietà europea. E come è avvenuto in Francia, l'episodio di oggi segnerà lo Stato Maggiore britannico, con la sensazione ormai consolidata che, a parte Stati Uniti e Francia, nessuno in Europa è pronto a investire attivamente in una missione militare al di fuori del perimetro puramente europeo.

Ma potrebbe essere che il problema sia più profondo di quanto sembri? In effetti, tutte le forze navali europee oggi hanno un formato ereditato dal periodo precedente, percepito come un periodo di basse tensioni. Con la diminuzione del personale e dei crediti di mantenimento la disponibilità di immobili, sebbene già la metà rispetto a 30 anni fa, è ulteriormente diminuita. Marine precedentemente importanti, come la marina tedesca, stanno ora lottando per adempiere ai propri contratti operativi, con un numero molto elevato di navi attraccate per guasti o manutenzioni programmate. Non si può quindi escludere che la mancanza di volontà degli europei sia, in realtà, solo l'indicatore di una palese assenza di mezzi e dell'incapacità delle marine europee di delegare per molto tempo una grande nave in una zona d'oltremare. tempo.

In altre parole, le marine europee oggi mancano di profondità strategica e di riserve, al punto che una semplice missione di scorta di navi commerciali in una zona di tensione per molti di loro esula dalla portata delle possibili azioni. Comprendiamo quindi perché il Pentagono stima che se le marine europee dovessero fare a meno della protezione e della cooperazione intensiva della marina americana, dovrebbero accettare un investimento eccessivo di oltre 110 miliardi di dollari, solo per le attrezzature mancanti.

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