Da più di un anno le autorità americane continuano a minacciare Ankara ritorsioni di ogni genere se la Turchia dovesse effettivamente acquisire il sistema di difesa antiaerea S400 dalla Russia. Oggi, mentre le prime consegne sono state annunciate 3 giorni fa, e che 7 aerei An124 che trasportavano sistemi russi sono già atterrati nelle basi aeree ottomane, la presidenza americana non ha ancora rilasciato la minima dichiarazione al riguardo.
L'imbarazzo sembra così grande che la conferenza stampa settimanale prevista per il 12 luglio è stata annullata senza preavviso dalla Casa Bianca, non appena è stata annunciata l'informazione sull'effettiva consegna dei primi sistemi. L’unica dichiarazione ufficiale che i giornalisti della difesa statunitensi sono riusciti ad ottenere è quella della leadership della Commissione Difesa e Sicurezza del Senato, composta da un senatore repubblicano e un senatore democratico, che chiede “conseguenze per la Turchia”, senza entrare in ulteriori dettagli.
In effetti, come ilannullamento dell'ultimo minuto degli attacchi americani all’Iran ordinati dal presidente Trump, è possibile che quest’ultimo stia toccando i limiti del suo metodo di gestione delle relazioni internazionali, quando l’avversario non è più pronto a cedere di fronte alle iterative minacce presidenziali e sembra che ora né Ankara, né Pechino, né Mosca, e più recentemente Teheran, Pyongyang e perfino Bruxelles, sono più impressionati dal discorso del presidente americano.
In ogni caso, Donald Trump si trova ora in una situazione molto delicata e non presenta, per lui, alcuna conclusione favorevole. O si decide di applicare effettivamente le sanzioni economiche e operative promesse contro la Turchia, con il rischio altissimo di vedere quest’ultima ritirarsi dalla NATO per aderire all’alleanza sino-russa e indebolire improvvisamente l’intera posizione difensiva dell’alleanza nell’Europa meridionale, nel Medio Oriente e Mar Nero; o decide di “voltare le spalle”, e vedrà la sua credibilità sulla scena internazionale, come quella degli Stati Uniti, ampiamente compromessa, con il rischio di vedere i democratici impossessarsi dell’argomento contro di lui nelle elezioni presidenziali del 2021. la soluzione “intermedia”, ovvero sanzioni limitate contro Ankara, come l’esclusione dal programma F35. Ma questo rinvierebbe il problema solo di qualche mese, poiché le autorità turche probabilmente si rivolgerebbero rapidamente a Mosca o Pechino acquisire moderni aerei da combattimento, Su57 o FC31, con un ritmo molto sfavorevole per le prossime elezioni presidenziali americane.
Probabilmente è proprio questa mancanza di una soluzione soddisfacente a generare il silenzio assordante che regna a Washington. Tuttavia, prima o poi, il presidente Trump dovrà parlare apertamente dell’argomento, definire una linea di condotta in merito e assumerne le conseguenze...