Tra fantasia e conservatorismo, c'รจ posto per un esercito europeo?

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In questo ultimo giorno della campagna elettorale per gli europei, torna in primo piano lโ€™idea di creare un esercito europeo, con lapubblicazione di una rubrica sottoscritto da piรน di sessanta deputati e senatori della maggioranza presidenziale, sostiene un esercito europeo per garantire la pace nel Vecchio Continente. Tribune lo ha subito denunciato e criticato da parte degli esponenti dell'opposizione, giudicandolo privo di senso e, in un certo senso, fuorviante.

Colpisce notare, a questo proposito, che la stragrande maggioranza delle posizioni espresse si basano esclusivamente sull'espressione di convinzioni personali, e che in nessun momento รจ stata effettuata una riflessione oggettiva per sapere se un simile progetto fosse fattibile o meno. e, se sรฌ, in quale forma. I sostenitori dellโ€™idea evidenziano i probabili benefici macropolitici nel lunghissimo termine, ignorando la realtร  delle differenze europee sullโ€™argomento. Gli oppositori, dal canto loro, elencano queste divergenze e le difficoltร  che un simile progetto potrebbe incontrare, e si accontentano di giudicarle troppo importanti per poterle superare. Lโ€™argomento รจ stato tanto piรน mal trattato, politicamente e mediaticamente, in quanto Emmanuel Macron, come Angela Merkel, si รจ espresso a favore di questo progetto, senza poterne delineare le grandi linee, dando libero sfogo a tutte le possibili interpretazioni, e quindi a tutte le opposizioni.

Tuttavia, la necessitร  di un rafforzamento rapido e massiccio delle capacitร  di difesa europee non รจ oggi piรน messa in dubbio, dato lโ€™aumento di potere della forza militare russa, un paese che รจ 4 volte meno popolato e 10 volte meno ricco dellโ€™Unione Europea, e tuttavia capace oggi di spazzare via tutte le forze convenzionali europee, che sono molto vulnerabili senza lโ€™aiuto degli Stati Uniti; la Cina che sta sviluppando una forza militare che eguaglierร  o addirittura supererร  la potenza americana in meno di tre decenni; la Turchia, la cui adesione alla NATO sembra essere sempre piรน compromessa, e il cui presidente si avvicina ogni giorno di piรน a V. Putin e Xi Jinping; o lโ€™alleanza sunnita, composta da tutte le monarchie sunnite del Golfo Persico e da una galassia di paesi a maggioranza sunnita, come lโ€™Egitto, che rafforza continuamente la sua forza militare e la sua industria della difesa, e assume sempre piรน ogni giorno.'indipendenza; per citare solo le minacce piรน dirette. A ciรฒ si aggiunge il comportamento erratico degli Stati Uniti, che esigono una fedeltร  costante da parte degli europei, come dimostrano le recenti tensioni sui fondi europei destinati allโ€™industria della difesa, e che, soprattutto, dovranno concentrare ogni anno di piรน le loro forze nel Pacifico. controllare la potenza militare cinese, riducendo, di fatto, il potenziale militare dispiegabile in Europa.

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In queste condizioni, e sapendo che nessun paese europeo oggi ha la capacitร  di opporsi da solo a queste minacce, nรฉ di imporsi in Europa come elemento unificante di uno sforzo di difesa coerente su scala nazionale, si inserisce la logica di un โ€œEsercito europeoโ€. ha senso, e non puรฒ accontentarsi di un semplice rifiuto, senza proporre una soluzione alternativa efficace ed efficiente.

Dโ€™altronde, lo comprendiamo, il rischio da affrontare non รจ polimorfo, e si riduce a poter proteggere il continente come ciascuno dei membri dellโ€™Unione Europea, di fronte a un avversario capace di guidare da solo il conflitto. terra. L'esigenza รจ quindi puramente difensiva e, per sua natura, deve essere proporzionata per essere perfettamente dissuasiva, qualunque sia il nemico. Non รจ quindi necessario cercare di progettare una federalizzazione degli eserciti europei, progetto contestato dalla maggioranza dei leader europei e che costituisce il principale angolo di attacco degli oppositori del progetto dellโ€™esercito europeo.

รˆ possibile, invece, progettare una nuova forza militare composta da riservisti, in una logica di controllo a matrice tra Stati ed Europa, e la cui funzione sarebbe limitata alla difesa del continente e dei membri dellโ€™Unione, allโ€™immagine della Guardia Nazionale americana, la cui supervisione e utilizzo sono condivisi tra gli Stati e il governo federale. In questo approccio, ogni Stato europeo manterrebbe le proprie forze nazionali, con totale autonomia di utilizzo, e potrebbe fare appello, se necessario, alla propria componente della guardia nazionale. Anche la governance dellโ€™Unione Europea, che dovrร  essere adattata, sarร  in grado di mobilitare questoโ€ Guardia europeaโ€œ, per rispondere alle minacce esistenziali, senza che queste vengano percepite dai nostri vicini come una minaccia, essendo lo strumento strutturalmente costretto a limitare il suo intervento al solo territorio europeo. Inoltre, un tale modello consentirebbe di bilanciare gli sforzi di difesa tra i paesi europei, in modo piรน sottile e adattato alle realtร  economiche, sociali e demografiche di ciascun paese, in modo molto piรน efficace di un semplice obiettivo di spesa rispetto al PIL, che ha perso molto significato mentre il mondo si riarmava.

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Come possiamo vedere, lโ€™Europa della Difesa e il principio dellโ€™Esercito Europeo richiedono un approccio metodico e obiettivo per rispondere alle sfide della sicurezza europea nei decenni a venire. Non si tratta, in un semplice articolo, di proporre un modello completo per la costruzione di un simile esercito. Dโ€™altro canto, come abbiamo appena visto, รจ possibile immaginare modelli potenzialmente rispondenti alle sfide e in linea con la realtร  europea odierna, purchรฉ accettiamo di allontanarci da posizioni politiche e dogmatiche e di guardare alle questioni, ai rischi, ma anche ai mezzi, con la volontร  di garantire la sicurezza dellโ€™Unione, e quindi dei francesi.

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