Drone di ricognizione incorporato per mantenere V22 Osprey sicuro

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L'elicottero ibrido a rotore inclinabile V22 Osprey è oggi uno dei pilastri della mobilità aerea nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Specializzato in azioni anfibie, l'American Marine Corps ha scelto, nei primi anni '90, i velivoli Bell e Boeing, per garantire le proprie missioni di assalto aereo, l'alta velocità e la capacità di carico del V22 permettendo alle navi della US Navy di operare più lontano dalle spiagge per mantenere la loro sicurezza. Mentre le navi d'assalto hanno guadagnato in sicurezza, il V22 è diventato un obiettivo privilegiato per le difese antiaeree nemiche, in particolare per i cannoni antiaerei, che sono molto più difficili da rilevare ed eliminare rispetto ai sistemi missilistici.

È per superare questo rischio che il Corpo dei Marines ha lanciato il programma AFARS[efn_note]Sistema di ricognizione autonomo veloce lanciato dall'aria[/efn-note], un drone da ricognizione di 2 metri in grado di essere sganciato dalla parte posteriore del V22 e in grado di condurre ricognizioni sul percorso e sull'area prima che l'elicottero e il suo carico si avventurino lì. Il drone ha un'autonomia di quasi 300 km, ovvero 180 km, mantenendo un'autonomia di 10 minuti nell'area e può salire fino a un'altitudine di 25.000 piedi. Può allontanarsi di 80 km dal dispositivo portante, mantenendo con esso un flusso di dati per trasmettere potenziali minacce.

Non si fa menzione di una procedura di recupero in volo del drone, come nel caso del programma GREMLINS della DARPA. Possiamo però immaginare, avendo un'ala rotante, che il corpo cercherà, per quanto possibile, di recuperare i suoi droni caduti a terra.

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