La Marina degli Stati Uniti ha ora poco più di 290 navi da combattimento e il presidente Trump, quando è stato eletto, ha fissato un obiettivo di 355 navi entro la fine del prossimo decennio. In questione, l'ascesa al potere della Marina cinese, che dovrebbe avere più di 2030 navi da combattimento nel 500, anche se le navi americane sono, in media, più pesanti e potenti delle loro controparti cinesi.
Tuttavia, sembra che questo obiettivo sia stato contestato dalla stessa Marina americana. Infatti, una parte significativa delle sue navi, in particolare gli incrociatori della classe Ticonderoga, raggiunge il limite di età. Tuttavia, per raggiungere l'obiettivo annunciato, l'unica soluzione sarebbe quella di allungare la vita di questi edifici, che risulterebbe molto dispendiosa, sia in investimenti industriali che in uomini, perché i cantieri americani sono già molto impegnati nella produzione del nuovo Arleigh Burke Flight III cacciatorpediniere, nuove portaerei di classe Ford, LHD di classe America o future 20 fregate del programma FFG / X.
La Marina degli Stati Uniti, come altri eserciti americani, è impegnata in programmi con eccessive ambizioni tecnologiche negli anni '90 e 2000, come i sottomarini di classe Sea Wolf e i cacciatorpediniere di classe Zumwalt e le navi da combattimento Littoral di classe Freedom e Independence. Ciò si traduce in un ritardo significativo nella sostituzione delle navi della flotta, in particolare incrociatori, cacciatorpediniere e fregate, ma anche navi logistiche, poiché il Sea Lift Command ha recentemente annunciato di non essere in grado di mantenere un ponte navale con l'Europa, ove applicabile .
A questi problemi legati alle attrezzature si aggiungono difficoltà comprovate nel reclutamento, nella formazione e nel mantenimento del personale. Le ripetute collisioni di navi della US Navy hanno infatti evidenziato una reale carenza in questi 3 ambiti, portando ad un aumento della pressione operativa sugli equipaggi, e ad una riduzione dell'addestramento impartito.
Pertanto, è impossibile per la Marina statunitense prevedere di raggiungere la dimensione di 355 navi prima di 20 anni, senza mantenere artificialmente le navi in servizio ben oltre il loro limite di età. D’altro canto, il comando della Marina americana sta seriamente valutando l’idea di integrare grandi unità navali autonome di superficie e sottomarine nella definizione di “navi da combattimento”, il lavoro in questo settore è avanzato e promettente. Resta da valutare l’efficacia e l’affidabilità di queste imbarcazioni autonome in mare, nel tempo…