Le prime informazioni disponibili sul futuro drone da combattimento russo Okhotnik lasciavano perplessi. Il velivolo aveva infatti dimensioni molto grandi, e soprattutto una massa massima al decollo di 20 tonnellate, ovvero quella di un caccia come il Rafale senza il suo equipaggio e le sue attrezzature di sopravvivenza.
Le foto trapelate due giorni fa su Tweeter dei test in rotazione del dispositivo sembrano confermare questo dato: l'Okhotnik è immenso. Tuttavia, l'interesse di un drone da combattimento è soprattutto, nella percezione attuale, quello di poter avvicinarsi ai propri obiettivi senza essere rilevato, grazie alla sua forma che non presenta i difetti dei dispositivi di quinta generazione a fronte della bassa frequenza dei radar. E per questo, il drone deve essere piccolo, e la dimensione diventa in questo caso il parametro principale di rilevamento.
Sembra quindi che la Russia, come nel caso del Su-57, abbia scelto di non sacrificare altri aspetti ritenuti essenziali per lo stealth: velocità, autonomia, capacità di carico. Scelte da alcuni derise per quanto riguarda il Su-57, ma che assumono molto significato se integrate nel disegno complessivo della condotta operativa delle forze russe.