Mentre lo Zhuhai Air Show aprirà i battenti domani martedì, tutti gli occhi sono già puntati su di esso il prototipo del drone da combattimento CH-7 Rainbow 7 del produttore CASC.
Con un'apertura alare di 22 metri e una massa massima al decollo di 13 tonnellate, questo UCAV furtivo si presenta come un elemento integrato nella suite di droni armati del produttore, e in particolare nel CH-5 che sta già riscuotendo un grande successo nell'esportazione.
Il drone cinese si presenta come specializzato nella ricognizione discreta e nella soppressione di obiettivi di alto valore strategico, come i siti di difesa antiaerea. Da notare che l'assenza di un piano verticale e la posizione della presa d'aria rendono il dispositivo cinese insensibile ai fenomeni di risonanza utilizzati dai radar UHF/VHF per rilevare bersagli furtivi, rendendo il drone particolarmente adatto a questa missione.
Ma è soprattutto la palese somiglianza tra il CH-7 e il prototipo americano X-47B, utilizzato per i test sulle portaerei, ad attrarre quando guardiamo il drone cinese. In effetti, i punti di somiglianza sono così evidenti che è molto improbabile che il produttore cinese sia partito da un foglio bianco per progettare il dispositivo.
Ma se l'UCAV cinese si è ispirato, probabilmente ancora di più, al prototipo americano, gli uffici di progettazione cinesi sono riusciti a trasformare queste informazioni in un prototipo completo, che molto probabilmente darà luogo molto presto alla produzione di massa. .
Inoltre, la presentazione pubblica del CH-7 suggerisce che il modello sarà probabilmente offerto per l'esportazione, il che potrebbe accelerare notevolmente il fenomeno del livellamento tecnologico tra l'Occidente e il resto del mondo. Ricordiamo che per il momento, in Europa, non esiste alcun programma volto a progettare un UCAV stealth negli anni a venire, ad eccezione dei programmi SCAF e del suo omologo britannico Tempest, pianificato oltre il 2035.
Pertanto, il CH-7, come prima il CH-5, così come i nuovi missili e radar russi e cinesi proposti per l’esportazione, dovrebbero incoraggiare le autorità europee e francesi a prendere coscienza che il ritmo dei programmi tecnologici di difesa attualmente utilizzati per pianificare la ricerca ed equipaggiare le forze armate, non è più in accordo con quello imposto da Cina e Russia.
In assenza di una rapida consapevolezza, l’industria europea della difesa, come le forze armate europee, sarà presto tecnologicamente obsoleta, mettendo seriamente a rischio la sicurezza del continente.