L'Unione europea vuole semplificare il movimento delle truppe sul suo territorio

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Durante il dispiegamento delle unità NATO in Polonia e negli Stati baltici, in seguito all'aumento delle tensioni con la Russia, e alla creazione della 1 ° Armata di Guardia con 600 carri armati contro questi paesi, le unità hanno dovuto affrontare molte difficoltà nell'unirsi alle loro posizioni. Ad esempio, ci sono volute più di 2 settimane perché il battaglione Striker dell'esercito americano fosse dichiarato operativo, motivo per cui l'Unione Europea, che federa tutti i paesi in prima linea con la Russia, ha deciso di intraprendere un programma mirato a facilitare il movimento delle unità militari, e in particolare unità militari pesanti, tra paesi appartenenti prima all'area Schengen, poi a tutta l'Unione.

Uno degli obiettivi di questo progetto sarà quello di standardizzare i vincoli delle infrastrutture di trasporto per tutti i paesi, al fine di consentire lo spostamento di unità logistiche, come i trasporti cisterna, spesso bloccati da strade o ponti troppo stretti. Molti giornalisti e commentatori delle cronache internazionali della Difesa ritengono che le attuali tensioni stiano portando a uno scivolamento verso una seconda Guerra Fredda. Bisogna riconoscere che tra i programmi di riarmo e di modernizzazione degli eserciti americano, russo e cinese, e la retorica bellicosa sempre più utilizzata dai capi di Stato, non vi sono dubbi che l’Occidente da un lato, e Russia, Cina, Iran, Pakistan (e la Turchia), dall’altro, sono entrati in una logica di conflitto latente.

Ma si può parlare di Guerra Fredda?

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Alla fine degli anni Quaranta, quando nacquero la NATO e poi il Patto di Varsavia, i due blocchi erano completamente opachi l’uno all’altro: gli scambi commerciali erano ridotti al minimo, così come i contatti tra le persone. Ci troviamo quindi in un ambiente molto diverso, gli scambi commerciali con la Russia e soprattutto con la Cina sono ad un livello molto elevato e il numero di espatriati reciproci è molto elevato. Vale la pena ricordare che le aziende francesi sono i principali investitori stranieri in Russia, dove gruppi come Renault, Auchan e Société Générale sono diventati i principali attori dell'economia del paese. Al contrario, il numero dei turisti russi e cinesi è essenziale per il turismo francese, soprattutto nella capitale.

Allo stesso modo, molti paesi europei, compresa la Germania, dipendono quasi interamente dal gas russo. Questa situazione senza precedenti crea un contesto molto diverso da quello che fu la Guerra Fredda, e sarebbe sbagliato cercare di applicare i paradigmi di quell’epoca per orientare la decisione oggi.

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